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Questo articolo è stato pubblicato il 20 maggio 2012 alle ore 08:18.

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Coltivare le terre tolte alla mafia
Un tempo era la casa della famiglia Grizzaffi, nipoti di Riina. Da quattro anni è diventata Casa Caponnetto a Corleone e affidata alla Cooperativa Lavoro e Non Solo. Nata da un progetto di Arci Sicilia e partner di Libera, la coop gestisce dal 2000 un'azienda agricola che coltiva terreni confiscati a Cosa Nostra tra Corleone, Morreale e Canicattì. La coop di 16 soci punta all'inserimento lavorativo di persone con problemi di salute mentale. Sui 120 ettari di terra vengono coltivati – con agricoltura biologica – grano duro, ceci, lenticchie, pomodori, melanzane, peperoni, uva, fichidindia, mandorle, olive. Vengono confezionati pasta, semola per pizza e pane, passata di pomodoro, sughi pronti ecc. Alcuni articoli rientrano nel circuito Libera Terra e tutti sono commercializzati grazie alla rete di distribuzione delle Botteghe del mondo, dei gas, delle associazioni e i punti vendita Coop.
sindacato Una piattaforma per la legalità del lavoro
Promuovere la cultura della legalità nei luoghi di lavoro, negli uffici, nelle fabbriche e nella società. San Francesco è il programma di partecipazione sociale contro le mafie voluto dai sindacati di Filca Cisl, Fiba Cisl e Siulp. Lo scopo è intercettare in anticipo i rischi per i lavoratori derivanti dalle attività delle cosche. Il progetto è stato pensato come piattaforma (www.progettosanfrancesco.it) dove rinforzare le relazioni istituzionali dei sindacati con le prefetture, le questure e gli uffici del governo del territorio coinvolti nella prevenzione e nella sicurezza dei luoghi di lavoro, nel welfare territoriale, nelle scelte di politiche dello sviluppo. Le proposte sono: tracciabilità totale dei flussi finanziari, con un conto corrente unico per ogni appalto; obbligo di dichiarazione dei realizzatori in sub appalto all'atto di partecipare alla gara; certificazione antimafia per tutta la catena dei realizzatori l'opera; responsabilità sociale delle imprese realizzatrici.
pont-tech Il primo veicolo che viaggia ad ammoniaca
Il prototipo è sceso in strada la prima volta a febbraio a Pontedera: un furgoncino ad ammoniaca, che non utilizza quindi combustibili fossili. Il veicolo – con cassetto portarifiuti – è stato realizzato nell'ambito del Progetto Savia (Sistema di alimentazione di veicoli a idrogeno e ammoniaca). Capofila il consorzio Pont-Tech, con fondi della Regione Toscana. L'obiettivo del progetto, nato nel 2009, è realizzare il prototipo di un generatore di energica elettrica basato su un innovativo motore endotermico che utilizza come combustibile l'ammoniaca liquida arricchita, in fase di iniezione indiretta, di circa 5% di idrogeno. La combustione dell'ammoniaca restituisce come prodotti soltanto vapor d'acqua e ossidi di azoto facilmente abbattibili con tradizionali sistemi catalitici. A Savia partecipano Università di Pisa, Scuola Superiore Sant'Anna e un pool di imprese.

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