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Questo articolo è stato pubblicato il 05 ottobre 2012 alle ore 12:59.
«Olivetti era un utopista convinto e totale, Jobs forse non del tutto. Ma nonostante fosse notoriamente estremamente competitivo e perfezionista, tanto esigente da risultare meschino, Jobs credeva che fosse possibile migliorare il mondo con la tecnologia. Come Olivetti, metteva i soldi in secondo piano, rispetto alla possibilità che le sue invenzioni cambiassero la società e la cultura. Per entrambi, l'estetica era molto di più che apparenza: era l'anima della tecnologia e la chiave per il futuro. Un apparecchio mal progettato non era solo inutile e brutto, era anche oppressivo, alienante, inumano. Jobs e Olivetti credevano con tutto il cuore che un design pulito, semplice e onesto potessero cambiare la moderna cultura tecnologica, e renderla finalmente bella e umana». Ma possiamo dire che Adriano Olivetti ispirò Jobs? «Non ci sono dubbi che Jobs conosceva bene e ammirava l'azienda italiana. Anche perché i prodotti Olivetti erano ampiamente conosciuti e pubblicizzati negli Usa. Sono convinto che che Olivetti esercitò una grande influenza su Jobs. Ovviamente non si conobbero mai, Adriano Olivetti morì qualche anno prima della nascita di Jobs, ma furono certamente spiriti affini».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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