Il Sole 24 Ore
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15 maggio 2013

Lavorare con il tablet personale: alle aziende piace ma fa ancora paura

di Gianni Rusconi




Portare sul luogo di lavoro i propri dispostivi ed utilizzarli per l'attività professionale, accedendo alle risorse dell'azienda, posta elettronica in primis: questo il principio alla base del Bring your own device (Byod), uno dei fenomeni più caldi – anche perché legato alla popolarità di tablet e smartphone – dell'intero universo tecnologico.
Sull'argomento annunci e ricerche sono ormai all'ordine del giorno e l'ultima indagine resa nota è di The Innovation Group, che ha censito 70 imprese italiane di dimensione medio grande e attive in diversi settori verticali per comprenderne le strategie finalizzate all'uso di device mobili personali a fini aziendali.
Pochi gli addetti coinvolti in progetti strutturati
Favorevoli a parole ma poco efficaci in concreto. Due i dati principali cui guardare. Il primo vede l'82% delle organizzazioni intervistate assicurare di permettere (o di essere propense a farlo) ai propri dipendenti di impiegare telefonini e tavolette per svolgere il proprio lavoro. Il secondo, all'antitesi, registra invece come solo il 7 % degli addetti complessivi (e si tratta soprattutto di figure manageriali) fruisca effettivamente di progetti Byod.
Maggiore produttività e maggiore soddisfazione del personale non sono quindi bastati, al momento, per invogliare le aziende ad affrontare in modo strutturato il tema e definire in tal senso strategie e progetti mirati di comunicazione e controllo?
La ricerca, in realtà, fa notare come l'atteggiamento ostile dell'It verso il fenomeno sia progressivamente venuto meno, in relazione al fatto che (in molti casi) i benefici del Byod siano considerati nel complesso superiori alle problematiche (sicurezza dei dati sensibili, integrazione con il sistema informativo esistente, gestione dei dispositivi) ad esso legate.
Investimenti per la mobility in crescita
Per il 70% del campione, inoltre, l'uso di smarthone e tablet personali comporterà in futuro una crescita (anche considerevole) del numero dei mobile workers dell'azienda. E quindi di una maggiore flessibilità dei processi operativi. Tendenza, questa, che fa pendant con quella che vede gli investimenti in soluzioni e servizi per la mobility essere anch'essi in aumento, al pari dell'adozione di soluzioni specifiche (controllo degli accessi via sistemi Vpn, reti Wi-Fi interne, policy di sicurezza mirate) per abilitarla.
Le aziende guardano alle app per i device personali
Interessante, infine, evidenziare come il 40% delle aziende interpellate abbia confermato di realizzare applicazioni "in house" pensate anche per i dispositivi mobili personali. Per contro solo un terzo considera il Byod come un'opportunità per ridurre i costi della mobility, che tendono a crescere in seno a tutte le imprese oggetto di indagine.
L'assunto finale dello studio getta quindi ancora ombre sulla presunta maturità del fenomeno: il Byod, in buona sostanza, alle aziende italiane piace, molte se ne stanno
occupando, ma sono ancora lontane dall'aver trovato la soluzione a tutti i problemi che lo riguardano.


15 maggio 2013