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Questo articolo è stato pubblicato il 14 dicembre 2014 alle ore 08:12.

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Change.org è la principale piattaforma del mondo per promuovere in rete istanze di cambiamento sociale. Oltre 80 milioni di persone la usano e ogni ora, in media, una campagna promossa su Change.org raggiunge i suoi obiettivi in uno dei 196 paesi in cui opera. Da qualche giorno ha annunciato di avere nuovi investitori – per 25 milioni di dollari – tra i quali persone come Richard Branson, Bill Gates, Reid Hoffman, Arianna Huffington e Jerry Yang. Non pone limiti al merito delle cause promosse dai suoi utenti – anche se ovviamente blocca le campagne basate sull'odio o contenenti materiali illegali – ma sostiene soprattutto le cause che hanno le maggiori probabilità di raggiungere il loro scopo. Offre la possibilità di pubblicare i testi delle petizioni e di raccogliere le adesioni oltre a ottime professionalità che appoggiano in modo creativo e crossmediale le campagne giudicate vincenti. Chiede a chi partecipa di operare senza nascondersi dietro l'anonimato. Operando in questo modo raccoglie molti indirizzi di mail di persone sensibili alle istanze sociali che per le organizzazioni non governative sono preziosi per il supporto alle loro campagne: e questo è il fondamento del modello di business di Change.org.
Proprio oggi, con Nòva, Change.org annuncia di aver raggiunto i 3 milioni di partecipanti in Italia: con 88 vittorie solo nel 2014 e 317 da metà 2012. È di gran lunga la più importante di questo genere di piattaforme. In questo contesto agiscono altri operatori come Firmiamo, Petizioni, SocialBombing e così via.
Change.org dimostra che una piattaforma verticale civica dotata di tecnologia, interfaccia e metafora molto chiare e comprensibili, che funziona in base a un metodo trasparente e che è animata da professionalità di punta può effettivamente funzionare, sul piano dell'impatto sociale come in termini di sostenibilità economica. I social network non sono la fine della storia.
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