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«Il bello deve ancora venire»

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«Il bello deve ancora venire»

«Siamo solo all’inizio della metà della scacchiera dell’innovazione». Andrew McAfee, visionario e studioso dell’influenza dell’informatizzazione sulle imprese e il business, oltre a essere abile narratore, è ricercatore e direttore associato del Center for Digital Business del Mit.

Usa la leggenda dell’invenzione degli scacchi per raccontare a che punto siamo dell’evoluzione tecnologica: «Il furbo inventore degli scacchi chiese come ricompensa al re indiano che lo voleva premiare per la sua genialità un chicco di riso per la prima casella della scacchiera, due per la seconda, quattro per la terza e così via. Il re glielo accordò pensando che fosse una pretesa irrisoria. In realtà, calcolando le potenze di 2, l’inventore aveva chiesto una quantità di riso superiore a quanto ne fosse mai stata prodotto nella storia. Il re, una volta capito l’inganno, lo fece decapitare».

Al centro della scacchiera McAfee individua lo spartiacque tra due ere tecnologiche: «Nessuno sarebbe stato decapitato nella prima parte della scacchiera perché i numeri sono ancora calcolabili - spiega in occasione del Dld a Monaco di Baviera -. Il problema arriva nella seconda metà della scacchiera, quando i numeri diventano così alti da essere folli e parliamo di quadrilioni. Il nostro intuito umano non funziona più. Noi con la tecnologia siamo all’inizio della seconda parte della scacchiera».

McAfee sottolinea l’importanza della tecnologia al servizio dell’uomo perché lo aiuta nel processo di “intelligentizzazione”. «I nostri cervelli funzionano con il calcolo lineare: 2-4-6 e così via. Invece, con la progressione 2-4-8-16 il nostro cervello smette di funzionare perché elabora numeri troppo alti. Questo ci spiega perché il progresso digitale conquista spazio».

Il visionario McAfee non ha dubbi: «Come diciamo in americano, non abbiamo ancora visto un bel niente della tecnologia! La quantità di innovazione e di turbolenza non prevede di diminuire, anzi, aumenterà vertiginosamente».

Quando gli viene chiesto quale sia la ricetta per ricreare in qualunque parte del mondo la Silicon Valley, McAfee conosce gli ingredienti giusti e non li tiene per sé: «Sono d’accordo con un grande innovatore come Marc Andreessen. La ricetta è fatta di quattro ingredienti: grandi università che fanno ricerca, una grande quantità di capitale di rischio, regole legislative come contratti e proprietà intellettuale e, infine, la cultura della tolleranza in caso di fallimento. In Europa vedo le prime tre cose in abbondanza, ma la tolleranza verso il fallimento, che serve a tirarsi su dopo l’insuccesso, sembra mancare. Hai sempre bisogno di tutti gli ingredienti per creare grandi business. Io aggiungerei solo l’apertura e la tolleranza verso i migranti, cioè gli individui con background e inclinazioni totalmente differenti. Fortunatamente negli Usa abbiamo tutti ecinque». McAfee, che si è formato ad Harvard, è coautore di “The Second Machine Age”, in cui affronta temi di lavoro, progresso, prosperità «in un’era di tecnologie eccezionali». Il libro è un bestseller, il Financial Times lo ha definito «uno dei migliori libri sul business dell’anno».

«Cerchiamo di non fermare il progresso tecnologico - prosegue -. Se, prima di entrare sul mercato, Uber ed Etsy, per esempio, avessero proposto il proprio piano ai burocrati, non glielo avrebbero mai approvato, in nome dei diritti dei lavoratori o magari dei minori nel caso di Etsy. La soluzione corretta è confrontarsi subito con le conseguenze». Si evince quindi che la regolamentazione non può prescindere dai cambiamenti in atto nella società.

«L’attuale regime legislativo europeo impedisce l’innovazione. Per esempio, credo di capire i motivi del diritto all’oblio in Europa, ma penso che sia una idea terribile».

La migliore notizia economica degli ultimi tempi? »Per la prima volta nella storia, nei prossimi cinque-dieci anni, la maggior parte della popolazione avrà connessione a un potente dispositivo in rete. È la cosa migliore che potesse succedere sul nostro pianeta. Pensiamo a un lavoratore con istruzione e capacità nella media. Anche in un mondo come il nostro con tanti benefici che arrivano dalla tecnologia, mi preoccupo per le sue prospettive economiche. Il nostro compito come imprenditori è rigenerare il mercato del lavoro».

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