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L’Italia del videogame s’è desta? 

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L’Italia del videogame s’è desta?

  • –di L.Tre.

Nonostante le polemiche sui videogiochi violenti che periodicamente tornano a impreziosire la stampa, l’industria del videogame si è decisamente mossa. Non solo come mercato che consuma videogiochi ma anche come produttore. Per quanto si tratti di un settore in fase di startup (il numero delle persone coinvolte nello sviluppo è cresciuto del 30% dal 2011) questo mercato sta crescendo rapidamente con un altissimo numero di prodotti che sono destinati fuori dai confini nazionali (il 98% dei prodotti italiani è stato distribuito in Europa, il 91% in Nord America, il 65% in Asia). Quest’anno Ice-Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane e Aesvi, associazione di categoria che rappresenta l'industria dei videogiochi in Italia, porteranno una delegazione di sviluppatori italiani alla prossima Game Developers Conference 2015 che si svolgerà dal 2 al 6 marzo a San Francisco presso il Moscone Centre. La delegazione italiana è composta da 12 studi di sviluppo che potranno mostrare i propri lavori agli oltre 24.000 visitatori (publisher, stampa e operatori del settore) provenienti da tutto il mondo. Gli studi sono Bad Seed, Balzo, Digital Tales, Foofa Studios, Forge Reply, Imagimotion, Just Funny Games, Mangatar, MixedBag, Studio Evil, Tiny Bull Studios, Vae Victis. Di queste aziende, quattro sono inserite nel registro speciale delle startup innovative del Ministero dello Sviluppo Economico: Bad Seed, Balzo, Mangatar e Tiny Bull Studios. Un secondo segnale che qualcosa di interessante si sta muovendo è il successo della “versione” italiana della Global Game Jam che si è tenuta qualche settimana fa a Milano, Torino, Pisa, Roma, Salerno e Catania (per un totale di quasi 700 partecipanti compresi quelli che fanno della sede meneghina la quinta piazza mondiale).

Ma quanto vale l'industria italiana del videogioco?

Una azienda su tre è formata da due persone. Svilluppano prevalentemente per dispositvi mobili, amano i puzzle game ma insieme generano un giro d'affari di 20 milioni di euro. . Questa in estrema sintesi è la foto dell'industria italiana di sviluppatori di videogiochi scattata da Aesvi. Dopo tre anni di silenzio torna l'Italian Game Developer Census. L'Italia, al quarto posto in Europa per consumo di videogiochi, si trova ancora in uno stato arretrato rispetto al livello internazionale della produzione. Tuttavia, l'ecosistema si sta sviluppando, i soggetti stanno aumentando e anche la visibilità all'estero delle nostre produzioni. Partiamo dal business. Come detto nel 2013 hanno fatturato circa 20 milioni di euro (solo 6 aziende, rappresentanti il 5% del settore, hanno un giro d'affari oltre il milione di euro). Qui l’analisi competa su Info Data Blog.

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