Tecnologia

Programmando si impara: da Samsung un progetto per il coding nelle scuole

  • Abbonati
  • Accedi
Tecnologia in aula

Programmando si impara: da Samsung un progetto per il coding nelle scuole

Mille classi in 750 scuole in tutta Italia, guidate da un team di 25 educatori specializzati, per introdurre gli studenti più giovani alle meraviglie del coding. Che non è pura e semplice alfabetizzazione digitale o informatica, ma avvicinamento al pensiero computazionale e alla capacità di risolvere i problemi in maniera efficiente e collaborativa.

È questo l'obiettivo del progetto “Smart Coding” con cui Samsung prosegue il suo impegno per lo sviluppo dell'utilizzo degli strumenti digitali nel mondo della scuola, già avviato con il piano “Smart Future”, che si è recentemente arricchito di altre 54 classi a livello nazionale.

Di coding si è parlato l'anno scorso in occasione del piano del Governo Renzi per la “Buona scuola”, che inizialmente prevedeva l'introduzione del coding come materia curriculare nella scuola primaria. Una prospettiva che ora sembra del tutto tramontata. Ma non per questo l'avvicinamento dei giovani ai principi basilari della programmazione perde di significato. “Programmare significa fornire istruzioni a una macchina per il raggiungimento di un obiettivo”, spiega Angelo Sala, fondatore di Coderdojo Milano e uno dei più entusiasti fautori del coding che sottolinea il valore fortemente educativo di questa attività: “Si tratta di imparare a risolvere i problemi, scomponendoli in problemi più piccoli e adottando una strategia che può anche verificarsi errata costringendo a ritornare sui propri passi sulla base di un processo ieratico”.

Ne è convinta anche Samsung che ha lanciato il nuovo programma dedicato al coding che prevede la distribuzione di un kit formativo a mille classi in tutta Italia e l'assistenza di un team di 25 formatori specializzati che si affianca agli insegnanti per sostenerli nell'avviamento ai rudimenti della programmazione e del pensiero computazionale. “Ci stiamo impegnando a fondo per sviluppare anche in Italia iniziative che promuovono l'evoluzione dell'apprendimento attraverso l'utilizzo di strumenti digitali con l'obiettivo di sviluppare la curiosità per il mondo e il pensiero critico anche nei più piccoli, in linea con quanto richiesto con sempre maggior forza dall'Unione europea, dal Miur e dalla società”, afferma Mario Levratto, direttore Strategic planning ed External relations di Samsung.

A verificare i risultati del progetto sarà l'Osservatorio nazionale sui media e contenuti digitale a scuola, realizzato in collaborazione con il Cremit dell'Università Cattolica, chiamato a valutare la reale efficacia del sistema di avvicinamento al pensiero computazionale e il contributo che le attività informali di questo genere possono dare all'apprendimento dei bambini. Perché, come spiega Sala, “oggi le conoscenze servono fino a un certo punto, mentre la scuola deve mettere i ragazzi nella condizione di imparare a imparare”.

© Riproduzione riservata