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tecniche di visione per città riemerse

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tecniche di visione per città riemerse

  • –Luca De Biase

di Luca De Biase

Il territorio è il luogo che unisce la concretezza della vita quotidiana al senso della prospettiva. È qui che la narrazione assume il suo valore fisico incarnandosi nel paesaggio. L’equilibrio tra la qualità reale e percepita del contesto in cui si vive è parte integrante del modo in cui una società articola e costruisce il suo futuro. La responsabilità di chi informa sul territorio è enorme. Il modo in cui un territorio si narra e si organizza guida le scelte delle persone, dunque lo sviluppo.

Lo spopolamento del centro storico di Venezia prosegue da decenni: gli abitanti erano 175mila nel 1951 e sono oggi 56mila. Incredibilmente non c’è una reazione, narrativa e organizzativa. E questo fa mancare al territorio una funzione di leadership che servirebbe a interpretare l’opportunità strategica per il Veneto che chiunque intuisce: valorizzare le sue straordinarie capacità produttive e creative connettendole all’unicità della sua identità globale. Ma - forse per le posizioni di rendita che prevalgono nel centro storico -la narrazione e la concretezza dell’azione non si allineano intorno a queste opportunità.

A Napoli, la spettacolarità dei problemi della vita quotidiana annebbia la vista di chi cerchi nel suo territorio i segni di uno sviluppo possibile. Eppure, la serietà di livello internazionale dell’innovazione che si fa all’Stm di Arzano, la forza d’attrazione della Città della Scienza di Bagnoli, la qualità connettiva del programma Neapolis innovation, i bottoni elettronici della Bluesquare e le soluzioni anti-contraffazione della Gep, il contributo di Enea, Cnr, università, Comau e altri, sono esempi delle potenzialità della regione. Per motivi diversi, a Venezia e a Napoli, il valore sembra sommerso dai problemi. Casi della nebbia più generale che avvolge la prospettiva sull’innovazione territoriale italiana, migliore di quanto appaia, anche alla scala europea: è l’impegno al quale si dedica l’Istituto italiano di Cultura a Bruxelles con il suo ciclo: “Il futuro è tra noi. Incontri con l’Italia di domani” al quale ha dato un contributo anche Nòva. Il primo incontro, al Bozar, con Dino Pedreschi (autore dell’articolo a sinistra), è previsto per il 4 marzo.

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