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Periscope visto da dentro: backstage vip e anteprime tv, ma serve…

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il «social» dei video in diretta

Periscope visto da dentro: backstage vip e anteprime tv, ma serve (più) banda

L’anteprima tv e il backstage dei vip oggi vanno in onda su Periscope. La nuova app per i video in diretta lanciata da Twitter è stata utilizzata dall’account di Netflix Usa per la premiere di alcune gettonate serie televisive. In Italia, invece, è stata utilizzata dal seguitissimo (con oltre 2,59 milioni di followers) Lorenzo Jovanotti per alimentare l’attesa, anche nel giorno di Pasquetta, del prossimo tour negli stadi. Così, durante le prove di un concerto oppure a supporto delle nuove piattaforme televisive, il social network dei live streaming a portata di smartphone diventa sempre più virale.

I problemi tecnici
In queste ore sono tutti pazzi per Periscope, l’app lanciata a fine marzo da Twitter, ma i limiti del servizio emergono subito, una volta connessi. Lentezza nel live streaming e scarsa fluidità della chat mettono un freno al decollo della piattaforma che, testate le sue potenzialità, potrebbe competere persino con le grandi reti televisive e i media più tradizionali.
Di recente, ad esempio, ha utilizzato l’app Periscope (in gergo già si dice “ha periscopato”, strizzando l’occhio sui doppi sensi) per qualche minuto il cantante e rapper J-Ax, invitando i suoi 791mila followers su twitter a sbirciare nel backstage di The Voice, il talent show di Rai Due. Dopo pochi secondi gli utenti connessi erano un centinaio: il video si è subito sgranato e i frame hanno iniziato a saltare. Senza contare che basta rimbalzare qualche ora tra un live e l'altro per rendersi conto che fare riprese video non è per tutti così facile: il “mal di mare” da smartphone a tratti impedisce di gustarsi il live. Eppure, il solo poter spiare dietro le quinte di uno show, poter accedere nella vita privata di un vip o seguire un evento in diretta spiega il veloce successo dell'app. E presto collegarsi al live diventa imperdibile.

Chi primo arriva meglio “alloggia”
Periscope, insomma, mette a nudo i limiti della banda larga in Italia. Basta connettersi ad esempio ad un live di Jovanotti per trovarsi - dopo pochi minuti - davanti a questo messaggio: «Sorry, the broadcast is too full... There are a lot of people watching this right now! To limit messages for the boradcaster, only early joiners can chat». In pratica, solo se ti colleghi al live nei primi minuti puoi utilizzare la chat, altrimenti resti escluso.

Il successo dell’applicazione
Fin dalle prime ore in cui Periscope è stata resa disponibile (per il momento solo per utenti di dispositivi iOS Apple, ma presto in arrivo anche su Android) i download e i test sono stati milioni. C'è chi ricorda che non è l'unica app che consente di trasmettere in diretta streaming con il proprio telefonino quello che succede intorno a sé: c'è anche Meerkat che compete con lo stesso obiettivo, quello di condividere l'attimo. Il bilancio della prima settimana di Periscope è positivo: secondo il contatore online di Topsy, solo nel weekend d'esordio i link alle dirette condivisi sui social hanno sfiorato quota 100mila, con un picco nella giornata di sabato (51mila), segnando il sorpasso sui tweet con link a dirette su Meerkat. Dopodiché i link a Periscope si sono attestati su una media giornaliera di circa 17mila, mentre Meerkat viaggia sui quasi 12mila, circa la metà di quanto totalizzava nella settimana precedente all'esordio del “periscopio” di Twitter.

La moda dei video in diretta
“Periscopare” oggi fa tendenza, non solo tra gli utenti vip. Tanto che c'è chi in modo amatoriale lancia brevi live inquadrando il proprio balcone in casa, la moglie mentre prepara da cucinare, qualche scia chimica nel cielo oppure il proprio “sempre social” cagnolino che gioca. Ma le vere potenzialità si scorgono solamente collegandosi al live di un personaggio famoso, ad esempio quello del viaggio in macchina di Fiorello, uno dei vip italiani tra i più avvezzi a “svelare” e a spettacolarizzare momenti di vita privata. Diventa ancor più efficace quando viene utilizzata, come l'altro giorno, per trasmettere in diretta lo scoppio della palazzina a Manhattan, oppure questa mattina durante il blackout all'aeroporto di Amsterdam. Giornalisti come Luca Dondoni di Rtl e Marta Cagnola di Radio24 non hanno esitato, infine, a utilizzare l'app per condividere il backstage delle loro trasmissioni radiofoniche. Così come cominciano a cimentarsi i partiti (l’intervento di Renzi alla direzione Pd di lunedì è andato anche su Periscope) e le imprese (Skyscanner ha lanciato una sorta di palinsesto stile tv per portare i suoi follower alla scoperta di decine di città nel mondo). L’Italia registra anche i suoi primi fenomeni, come la cantante Lidia Schillaci che con le sue esibizioni è stata notata dal sito americano Mashable. E la redazione del giornale inglese Guardian lo ha provato per un po’ e ha fatto una lista delle 10 tipologie di persone in cui è molto probabile imbattersi mentre lo si usa.

I limiti dell’applicazione
Sono tanti gli tanti utenti comuni che in queste ore stanno testando l'app, facendo partecipare i propri followers al pranzo pasquale oppure alla passeggiata fuori porta. Basta utilizzarlo per qualche giorno, però, per accorgersi di alcune problematiche tecniche: non è possibile, ad esempio, gestire il meccanismo di notifica dei live attivati dai propri following e al momento non esiste un motore di ricerca che consente di trovare streaming interessanti da vedere. Non esistono categorie o indici e, pur riuscendo a trovare l’account della persona da “spiare”, non è possibile vedere i suoi video “archiviati”. Infine, quando viene utilizzata dai più “famosi” come J-Ax o Jovanotti, emergono i limiti del collegamento: chattare durante il live streaming diventa difficile; durante la diretta si fatica a inviare un proprio messaggio, magari una domanda a cui lo stesso vip potrebbe rispondere trasformando il live in un'intervista social. Troppi utenti connessi, però, rendono la tastiera lenta e “impallano” la chat.
Se “periscopare” sia moda del momento o fenomeno più duraturo lo dirà solo il tempo, ma intanto i limiti tecnici dell'app ne minano il successo fin dalle prime ore. Basta portarsi dietro qualche migliaio di followers e non è detto che l'app regga il traffico.

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