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Call of Duty Championship: italiani fuori, statunitensi i favoriti

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Call of Duty Championship: italiani fuori, statunitensi i favoriti

Una giornata di partite, tre match e i nostri sono fuori. Qui a Los Angeles è bastato un giorno per togliere ogni speranza al NextGaming Rapid, il quartetto italiano che ieri è uscito ufficialmente dalla Call of Duty Championship, il campionato mondiale dello sparattutto di Activision. I migliori giocatori d'Italia hanno subito la prima battuta d'arresto quando si sono scontrati contro gli statunitensi di Team Orbit. Delle cinque mappe previste, gli avversari hanno conquistato subito le prime tre, Hardpoint in BioLab, Search and Destroy in Riot e Uplink in Detroit senza dare possibilità di risposta. Questo primo stop ha decretato una sonora caduta dei nostri che non hanno avuto il tempo di tirare il fiato. Dopo qualche ora hanno dovuto affrontare un altro autentico colosso: l'OpTic Gaming. Celebratissimo, colmo di sponsor e denaro che gli turbina intorno, è tra i favoriti della gara e conta tra le sue file anche Matt “NaDeSHoT” Haag e Seth “Scumpii” Abner, due dei player più forti (e pagati) di sempre. Anche qui un tre a zero secco sulle mappe Hardpoint Solar, Search and Destroy Bio Lab e Capture the Flag Retreat ha decretato una sconfitta che tutti, anche i protagonisti, si aspettavano. Solo il terzo match ha rialzato un po' il morale. Qui sono i NextGaming Rapid a fare tre a zero ai francesi di Vitality X, squadra raffazzonata che non ha nemmeno una divisa ufficiale. Se la vittoria non è servita nel campionato, ha dimostrato però che i nostri hanno ancora parecchio da dire in ambito europeo. Solo con gli statunitensi “non c'è storia”, come ammette il quartetto, e il motivo è presto detto. Qui negli USA i player sono veri professionisti, è il loro lavoro e si dedicano integralmente ad allenarsi e raccogliere i frutti di tanta fatica. Frutti che, nel caso del citato Matt “NaDeSHoT” Haag, arrivano a un milione di dollari l'anno ma qui a Los Angeles è pieno di giocatori che sbarcano il lunario giocando. Da noi invece gli eSport sono ancora amatoriali, i nostri Pibo, Ko1gaa, POW3R e Duke giocano per hobby, alcuni di loro ancora studia. Call of Duty per loro non è certo una professione, paga pochissimo, giusto i premi vinti qui e là, e giocano ritagliando tempo tra le incombenze quotidiane. Insomma, il nostro team può tornare a casa a testa, sperando che il prossimo anno la storia sarà diversa.

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