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Banda larga, ancora differenze tra le Regioni italiane

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Banda larga, ancora differenze tra le Regioni italiane

Il digital divide italiano segna ancora grandi differenze tra le regioni, soprattutto sul fronte della banda ultra larga. È quanto emerge da uno studio di SosTariffe.it sulla base dei dati di Infratel, disponibili sul nuovo sito che li rende facilmente analizzabili (nella logica open data). Infratel è la società del ministero dello Sviluppo economico responsabile di eseguire la strategia banda ultra larga con i fondi pubblici (2007-2013 e ora 2014-2020).

I dati- va detto subito- sono relativi a giugno 2014, perché Infratel sta conducendo in questi giorni la nuova consultazione con gli operatori e terminerà il 30 giugno. Se per la banda larga (2-20 Megabit) non ci si aspettano novità sostanziali, dovrebbero risultare invece buoni passi avanti per quella ultra larga (30-100 Megabit), sebbene ancora in forte ritardo rispetto alla media europea.

L’anno scorso, quindi, il 96,9 per cento della popolazione risultava coperto da banda larga ad almeno 2 Megabit (si può obiettare se ad oggi sia ancora considerabile internet veloce questo livello, ma è un parametro fissato dalla Commissione europea e ancora non aggiornato).

Simone Battiferri, direttore business di Telecom, ieri al Forum Pa di Roma ha detto che oggi «siamo intorno al 98-99 per cento di copertura; punto in più o in meno a seconda delle stime». «Il dato nazionale non si riflette con omogeneità nelle singole Regioni italiane. Se, per esempio, in Lombardia, la percentuale di popolazione raggiunta da servizi di accesso a banda larga è pari al 98,40%, in Molise si registra un digital divide del 13,4%», si legge nello studio di SosTariffe. Interessante anche notare che in alcune regioni- tendenzialmente quelle montagnose - è forte il ruolo del wireless fisso (WiMax e simile), responsabile del 10,7 per cento della copertura in Molise, 7,2 per cento in Piemonte.

Invece solo il 22,3 per cento della popolazione era coperto da banda ultra larga a giugno 2014. Secondo i dati Infratel, la quota scende al 2,4 per cento per i soli 100 Megabit.
«Si registrano tre situazioni limite, in Molise, Trentino Alto Adige e Valle d'Aosta, ove, stando ai dati resi disponibili da Infratel Italia, non è ancora possibile accedere a Internet con servizi a 30 Mbps», scrive SosTariffe.
«E soltanto in Emilia Romagna, Lazio e Liguria le percentuali di popolazione raggiunta dalla banda ultralarga a 30 Mbps sono superiori alla media nazionale. Peraltro, non si va oltre il 38,3% registrato nel Lazio». Nelle grandi città va meglio. Si va dal 71,6 per cento di copertura 30 Megabit a Roma (poco), al 92 per cento di Milano, passando dall'89 per cento di Bologna e 90 per cento di Bari.

Adesso la copertura nazionale sarà probabilmente poco oltre il 30 per cento, secondo varie stime (ancora non confermate ufficialmente da Infratel). Siamo quindi ancora in forte ritardo rispetto al dato europeo, che era al 64 er cento già nel 2013 (non ci sono stime più recenti: è il valore riportato dalla Commissione Ue).

Ma se possibile è ancora più grave il ritardo sul tasso di adozione della banda ultra larga che era dell’1% (sulla popolazione), nel 2014. Si consideri che l’obiettivo dell'Agenda digitale italiana ed europea è del 50 per cento di adozione dei 100 Megabit nel 2020. Ad oggi sembra un sogno irraggiungibile.

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