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La seconda vita del caro e mai estinto banner

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Pubblcità online

La seconda vita del caro e mai estinto banner

Quanto vale la spesa pubblicitaria su Web e device digitali in Italia? Premesso che ci sono delle discordanze sul peso delle singole voci che compongono questo mercato, possiamo dire che gli investimenti online equivalgono a circa un quarto del totale, per un giro d'affari, in crescita di oltre il 12% su base annua, che Iab ha calcolato a fine 2014 intorno ai due miliardi di euro. Nel primo trimestre del 2015, secondo i dati aggregati di Nielsen, l'advertising su Internet, nonostante un mese di marzo positivo e beneaugurante in prospettiva futura, ha registrato una lieve frenata rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. C'è però da considerare un elemento importante: un'ampia porzione di spesa pubblicitaria sul Web non è monitorata, principalmente alle voci search (leggi Google, che nel 2014 avrebbe fatturato circa 1,2 miliardi) e social (Facebook in primis, di cui non si hanno riscontri a livello italiano).

Nielsen parla di una crescita potenziale dell'adv digitale del 9% per i primi tre mesi dell'anno, ma gli unici dati certificati arrivano dall'Osservatorio FC P Assointernet, che conteggia i fatturati delle sue 33 aziende associate (centri media, concessionarie ed editori) escludendo le componenti keywords e search. Ebbene il Web ha sfiorato nel periodo i 99 milioni di euro, perdendo il 2,8% rispetto al primo trimestre 2014, mentre il mobile è salito del 5,8% ma non va oltre i 4,3 milioni. La ripartizione per tipologia di strumento utilizzato ci dice che i banner valgono ancora circa il 65% del totale e più precisamente poco meno di 68 milioni di euro su 104. Di questi, solo tre milioni arrivano da device mobili. Il video pesa invece per circa un quinto del giro d'affari e le sue entrate, oltre 21 milioni, sono riconducibili quasi interamente alla piattaforma Web tradizionale.

La rivoluzione mobile, sembra di capire, deve ancora attecchire in campo adv, anche se da Iab Italia confermano come il media sia considerato già oggi uno strumento importante dalle aziende “spender”. Le campagne veicolate su smartphone e tablet, sulla torta pubblicitaria riconducile a Internet, peserebbero infatti per il 14%, con un fatturato stimato per il 2014 di 290 milioni di euro. Il mobile crescerebbe inoltre a una velocità superiore rispetto al segmento display (che comprende le sottocategorie banner, video e social e sviluppa oltre un miliardo di euro), al video (giro d'affari di 300 milioni) e al search (che vale oltre 665 milioni). Chi viaggia a ritmi da record, sempre a detta di Iab, è il social advertising, che ha conosciuto l'anno passato un'impennata del 70% arrivando a 170 milioni. Al suo fianco si muove infine quella che, secondo vari addetti ai lavori, è già la nuova frontiera. Parliamo del programmatic advertising, e cioè le tecnologie che permettono di gestire in modalità innovativa gli strumenti di tipo display: nel 2014 ha generato un business di 110 milioni di euro (circa il 10% del fatturato display) ed è cresciuto del 120% rispetto al 2013.(G.Rus.)

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