C'era una volta un manager di personaggi televisivi che un bel giorno resta folgorato da un ragazzo che carica su Youtube video con scherzi telefonici in napoletano. È una specie di via di Damasco: il manager mette sotto contratto per tre anni il giovane vlogger e decide di dirottare gradualmente la propria area di business dai media tradizionali ai new media.
Il ragazzo in questione si chiamava Frank Matano e da allora – correva l'anno 2009 – di strada ne ha fatta parecchia.
Il manager è Luca Casadei, 38 anni, fondatore e ceo di Web Stars Channel, factory di produzione e società di consulenza artistica per le star del web che oggi conta un centinaio di creator italiani, tra cui Favij, il più seguito di tutti con 1,8 milioni di follower, ma anche Federico Clapis, Leonardo Decarli, Zoda e Greta Menchi. «L'idea di fondo – racconta – è quella di scovare sulla rete giovani di talento, aiutarli a professionalizzarsi, quindi a valorizzare sul piano economico le loro creazioni, anche attraverso partnership intelligenti con aziende». Di tutte queste cose, il prossimo 25 giugno, parlerà a Milano, presso la sede del Sole 24 Ore, in occasione del Social Media Marketing Day, evento dedicato ad aziende, operatori e professionisti del marketing digitale.
Galeotto fu Frank Matano: «Quando sei anni fa – ricorda Casadei – scovai i suoi video e scoprii che, con quel linguaggio paradossale e straordinario, raccoglieva il consenso di migliaia di utenti, ebbi una specie di intuizione: quello che avevo davanti agli occhi era il futuro. Un nuovo, potentissimo immaginario mediatico in cui non esistono barriere tra la star e il pubblico e, proprio per questo, la gente è portata a considerare lo youtuber uno di famiglia».
La collaborazione con Matano dura tre anni e, tra le altre cose, porta al format Sky Scherzando per la tv di Murdoch. «Al termine di quel percorso – ricostruisce Casadei – ho fondato Web Stars Channel, con la precisa volontà di dirottare tutti i miei sforzi dalla tv al web». Qui si torna al dibattito sul ruolo dello youtuber nella società dello spettacolo 2.0.
E in Italia convivono ormai due «partiti»: da un lato quelli che sostengono che di solo Youtube non si mangia, ma che il «Tubo» rappresenta una formidabile ribalta per consacrarsi attraverso i media tradizionali; dall'altro quelli che tifano per le web star dure e pure, quelli che sostengono che la rete possa e debba rimanere il core business di un giovane creativo perché di web si può e si deve vivere.
A quale delle due scuole appartiene Casadei? «Mi sento più vicino alla seconda, – risponde - ma con un'importante precisazione: di web puoi campare se ai proventi che raccogli dai diritti dei tuoi video affianchi i ricavi di attività di “indotto”, provenienti magari da attività di marketing, partnership intelligenti con aziende e partecipazione a eventi». Di «valorizzazione» dei talenti di Youtube si occupa proprio Web Stars Channel che, negli ultimi tempi, ha gestito una serie di importanti collaborazioni tra youtuber e aziende nel campo dell'abbigliamento (il brand Adidas con Zoda), del food (la campagna Kellog's che ha coinvolto Richard HTT, Rulof e Homyatol) e del beauty (Collistar con Cindy).
Certo, non sono mancati episodi di «sconfinamento» sui media tradizionali: dall'editoria (i libri di Decarli con Mondadori e Mattia Cesari con Rizzoli, la raccolta di figurine Panini per Favij) alla televisione (Fancazzisti Anonimi, Fraffrog, Jack Nobile, Davide Reinecke, Antony Di Francesco, Mattia Cesari con Italia1 per il programma Notorious e i Relative per Fattore Umano, ancora Clapis e Decarli per X Factor su Sky Uno). A breve arriverà anche il cinema, con il film «Game Therapy» con Clapis, Favij, Decarli e Zoda, co-prodotto da Indiana Production e la stessa Web Stars Channel e con distribuzione LuckyRed (uscita prevista il 22 ottobre in 350 sale). «Approdare in tv o in libreria – spiega Casadei – non è un'esperienza che tocca a tutti, ma le collaborazioni con le aziende rappresentano un'ottima opportunità per valorizzare il proprio talento».
Le raccomandazioni indirizzate ai giovani creativi sono allora tre: «Mettersi in gioco, essere costanti e leggere i commenti degli utenti per capire come migliorare». Ma il guru delle web star, in ultimo, ne indirizza anche una alle aziende interessate a investire attraverso questo canale «non convenzionale» di marketing: «Cominciare a comprendere questo mondo. È qualcosa di molto diverso dai media tradizionali». Qualcosa che può portare ancora più lontano.
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