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Ericsson sperimenta il 5G in Italia: al lavoro 100 ricercatori a Pisa

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L’EVENTO ANNUALE DEL GRUPPO SVEDESE

Ericsson sperimenta il 5G in Italia: al lavoro 100 ricercatori a Pisa

«Il 5g non è semplicemente una tecnologia. E' un ecosistema». Nunzio Mirtillo ha introdotto così il vero colpo del “We are all change makers”, l'evento annuale Ericsson. In un avveniristica cupola hi-tech, creata ad hoc fra i vigneti di Franciacorta, l'ad della società svedese ha presentato in anteprima un progetto che sarà fondamentale per lo sviluppo della società connessa: la connessione 5G, appunto. Un progetto made in Italy che pone il nostro Paese fra i primi al mondo per la ricerca e lo sviluppo della nuova connettività ultraveloce.

Al fianco di Ericsson, in questa sfida futuristica, ci sarà la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa col sostegno della Regione Toscana. E proprio a Pisa, più di 100 ricercatori, stanno già studiano prototipi di componenti, moduli e sottosistemi fotonici innovativi «che giocheranno un ruolo dirompente nello sviluppo del 5G» ha detto Mirtillo.

Il concetto di base parte dall'esplosione degli oggetti connessi: saranno 26 miliardi entro il 2020, secondo Ericsson. Una crescita così rapida che avrà bisogno di servizi di connessione ad alta capacità. Connessione che sarà necessaria per la crescita del broadcasting (immaginiamo servizi come Periscope), aiuterà la diffusione delle auto connesse (e, perché no, di quelle a guida autonoma) e innesterà un nuovo livello di industria: l'industria 4.0. Tecnologia da visionari applicata alle miniere, per esempio. Ma anche alla chirurgia, con interventi chirurgici a distanza che diventeranno una consuetudine.

Il progetto che Ericsson e Scuola Superiore stanno portando avanti a Pisa - che tra l'altro verrà usato per esplorare e sperimentare nuove soluzioni di trasporto per l'evoluzione delle reti mobili - pone le basi sulla fotonica. «Le tecnologie fotoniche integrate - dicono dalla società svedese - stanno cambiando il futuro dell'industria della comunicazione ottica, con la promessa di una considerevole riduzione dei costi, un risparmio energetico e un minor impatto sull'ambiente». I tempi per la nuova tecnologia? Difficili stabilirli, almeno per adesso.

L'intervento di Rifkin
Il momento “wow” dell'evento, comunque, è stato l'intervento di Jeremy Rifkin, ospite d'onore di Ericsson che ha parlato per circa un'ora di sharing economy, energie rinnovabili e Internet of Things. «L'economia digitale rivoluzionerà ogni settore, creando una linea di demarcazione netta col passato. E porterà con sé opportunità economiche incredibili» ha detto l'economista americano. «Oggi - ha aggiunto Rifkin - l'Europa sta ponendo le basi per la Terza Rivoluzione Industriale».

E a proposito dell'economia dei sensori, la visione di Rifkin è a medio termine: «Nel 2030, si stima ci saranno più di 100 trilioni di sensori che collegheranno l'uomo e l'ambiente che lo circonda in una rete globale intelligente. Per la prima volta nella storia, l'intera razza umana potrà collaborare. E questo sarà un processo di democratizzazione della vita economica». Infine, a proposito di sharing economy, il saggista americano ha parlato del futuro delle automobili. Automobili che «sono state il fulcro della seconda rivoluzione industrial» e che, invece, la terza rischia di travolgere pesantemente. «l'80% dei veicoli attualmente in circolazione saranno eliminati dall'adozione diffusa di servizi di car sharing nel corso della prossima generazione».

Gli italiani e la Società connessa
All'interno dell'evento è stato presentato anche uno studio che Ericsson ha condotto insieme all'università Luiss di Roma relativo alla percezione che gli Italiani hanno dei benefici che la trasformazione digitale può apportare alle persone, alle imprese e all'ambiente. Dalla ricerca è emerso che nonostante solo il 7% degli Italiani sia pienamente soddisfatto delle infrastrutture e dei servizi digitali nelle proprie città, una grande maggioranza ritiene che una società sempre più connessa possa migliorare concretamente la qualità della vita e, allo stesso tempo, contribuire alla crescita economica del Paese. Servizi pubblici (31%), Istruzione (29%) e Sanità (27%) sono i tre ambiti che più degli altri, potranno beneficiare degli effetti positivi della networked society.

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