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Expo, la tecnologia intelligente si mette al servizio della vita urbana

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SMART CITY

Expo, la tecnologia intelligente si mette al servizio della vita urbana

L'Albero della Vita è una delle icone dell'esposizione universale. Con i suoi giochi di luce e di acqua che attirano ogni giorno migliaia di visitatori. Ma è anche uno dei tanti esempi di utilizzo “intelligente” della tecnologia all'interno di Expo 2015. A pilotarlo, infatti, c'è un sistema sviluppato da un'azienda bresciana e la potenza di elaborazione degli apparati di rete di Cisco (30 gli switching in esercizio dentro la struttura costata circa cinque milioni di euro). Ma è solo una delle tante facce smart e tecnologiche dell'esposizione universale, fra totem informativi touch screen ed applicazioni di realtà aumentata.

Una smart city di 100mila persone
Expo 2015 è tante cose ma anche un “living lab” tecnologico, un esempio reale di digital smart city, un ambiente espositivo pensato per essere fruito in modo semplice dai visitatori e per essere facilmente gestito a livello di sicurezza e di logistica (circa 400 camion entrano ogni notte nell'area per i rifornimenti di cibo, bevande e altro materiale ed escono con i rifiuti di giornata). Per realizzare questa cittadella digitale, che accoglie circa 80/100mila visitatori medi giornalieri (con picchi registrati di 230mila), sono state messe in campo, nel caso specifico di Cisco, l'esperienza maturata alle Olimpiadi di Londra. Impiegando tecnologie già in commercio e facendo di necessità virtù per i ritardi del cantiere, in un solo mese (aprile) è stata implementata, accesa e configurata la parte più consistente dell'infrastruttura di rete di Expo. Sia dentro i padiglioni, integrati a livello tecnologico nella smart city come mai avvenuto in passato, che in tutto il chilometro quadrato che ospita l'evento. Il risultato è un sito più “smart” mai realizzato in Italia e fra i più strutturati al mondo.

Le risorse tecnologiche in campo
“Feeding the Planet. Energy for life”: i temi di Expo, lo ricordiamo, sono quelli della sostenibilità alimentare ed ambientale. E la tecnologia li ha assecondati, in vari modi. In chiave sostenibile è stata disegnata infatti l'infrastruttura su cui si appoggia l'evento, e parliamo quindi di rete elettrica, connettività, sistemi di sicurezza, piattaforme di archiviazione ed analisi dei dati, chioschi informativi per i visitatori. Per farla funzionare sono stati posati 220 chilometri di fibra ottica e installati 2.770 access point per le connessioni Wi-Fi, 18 antenne Lte per le connessioni 4G, un centinaio di totem multimediali e una ventina di grandi schermi “e-wall”. Il tutto condito da oltre 1.200 telecamere di sorveglianza tutte collegate in rete al sistema di comando e controllo.

Tutto gira su rete Internet e nella cloud
Expo 2015 è il primo grande evento su scala globale a meritarsi l'appellativo di “full Ip”. Cosa significa? Che tutte le soluzioni tecnologiche messe in campo per gestire le “operations” giornaliere della grande fiera viaggiano su protocollo Internet e nel cloud. Nella nuvola, spiegano i responsabili di Cisco, girano il 90% delle applicazioni, eccetto quelle relative alla sicurezza logica dei sistemi, alle applicazioni di collaboration e alla gestione dei biglietti. L'obiettivo, raggiunto, era quello di assecondare esigenze di standardizzazione e di uniformità. E ovviamente di efficienza, energetica e non. Un esempio? La rete Wi-Fi di Expo (che genera circa il 90% del traffico Internet complessivo) è federata con il Wi-Fi pubblico di Milano e ai visitatori basta quindi un'unica procedura di autenticazione per connettersi e navigare in Rete nelle aree coperte dal servizio in città e dentro la fiera.

Una grande vetrina per l'Internet of everythings
Expo 2015 è un esperimento “live” di Internet of Everythings e tale concetto si materializza sin dall'ingresso, ai tornelli, dove l'informazione relativa al singolo documento di accesso, presente nel Qr code stampato sui biglietti o sui pass, viene letto da un sensore e inviato via Internet al sistema centrale per il riconoscimento e la validazione. I sensori entrano in azione anche per la sicurezza fisica del sito: oltre alle telecamere di videosorveglianza, in Expo sono presenti sistemi antiincendio collegati via rete Ip al data center di Selex, la sussidiaria di Finmeccanica che ha curato la componente security. Ma anche l'infrastruttura per l'erogazione dell'energia è un esempio di applicazione dell'Internet delle cose, un piccolo ecosistema in cui interagiscono fra loro (via rete wireless) sensori, apparati di rete, processi e data center.

Il progetto architetturale
Dietro i numeri tecnologici di Expo ci sono diverse aziende (Telecom Italia, Cisco, Enel, Accenture e altre) che dell'evento sono partner e sponsor e la cui missione era ed è (fino al 31 ottobre) quella di offrire continuità di servizio “always on” ad espositori e visitatori anche nei momenti di picco. Tutti sono partiti da zero, da un “green field” che ha imposto uno sforzo di progettazione architetturale importante, dimostratosi vitale ed indispensabile per non bucare l'apertura della manifestazione. Una progettualità che costituisce anche una sorta di manuale di istruzioni per future città intelligenti, comunità interconnesse (campus universitari, distretti tecnologici, spazi di co-working) e iniziative digitali urbane. Un modello, rimanendo in ambito Expo, che verrà con ogni probabilità replicato per le edizioni del 2017 in Kazakistan e del 2020 a Dubai.

La sostenibilità energetica
La natura sostenibile dell'architettura tecnologica di Expo 2015 si concretizza in un avanzato sistema di smart grid (a firma Enel) per la distribuzione dell'energia elettrica e un software di gestione basato su piattaforma cloud, l'Energy Management System realizzato da Siemens nei suoi laboratori milanesi. Quali i benefici? Il sistema permette di controllare consumi e fabbisogno energetico di ogni in singolo padiglione e di tutto il complesso, l'integrazione delle fonti energetiche rinnovabili, gli impianti di accumulo dell'energia, le infrastrutture di ricarica dei veicoli elettrici e quelle di illuminazione a Led (oltre 8.500 punti luce in tutta l'area espositiva). Con percentuali di risparmio a due cifre.

I consumi si controllano dallo smartphone
Il principio dell'intelligenza tecnologica applicata al consumo di energia regge su questo preciso assioma: rilevare gli eventuali malfunzionamenti per eliminare gli sprechi e le sacche di inefficienza della rete. In tempo reale il software (l'Energy Management System) controlla lo stato di funzionamento di tutti i dispositivi della smart grid e abilita i processi di manutenzione segnalando guasti o anomalie. Il tutto sfruttando un'interfaccia Web e multilingue, che rende facile l'utilizzo del sistema anche attraverso un'app dedicata disponibile per Android e iOs. Dallo smartphone, insomma, gli energy manager dei Paesi espositori possono consultare in tempo reale i consumi energetici, l'illuminazione e la climatizzazione del proprio padiglione.

Infotainment in salsa digitale e mobile
L'edizione milanese di Expo è anche la prima grande rassegna universale in formato “digital e social”. Passeggiare fra i padiglioni e assistere a spettacoli ed eventi è un punto di partenza per la condivisione di video, foto, commenti sui social network, o per l'utilizzo di applicazioni su smartphone e tablet. È stato calcolato che il traffico su Web originato dai visitatori ha avuto fino a oggi punte di 3 terabyte giornalieri e una media di due terabyte. Circa 40mila, invece, i device collegati sulla rete Wi-Fi simultaneamente in media ogni giorno, con picchi di 70mila. La possibilità di navigare in tecnologia 4G (fornita da Tim) fa il paio con i contenuti personalizzabili resi disponibili dall'app ufficiale.

Il supermercato del futuro
Digitalizzare il punto vendita, offrendo maggiori informazioni ai consumatori. Presso il Future Food District va in scena uno spaccato realmente “disruptive” di una delle attività radicate nella storia dell'uomo: la spesa al mercato. Sensori, software, database e reti rispondono in tempo reale alle sollecitazioni delle persone per mostrare a display la carta di identità di un prodotto. App dedicate (per esempio quella appena lanciata da Coop) permettono di ricevere sul proprio smartphone suggerimenti o promozioni. E non finisce qui. A Expo 2015 si può testare come cambia l'esperienza di acquisto grazie alle tecnologie: pasta e sughi Barilla, in particolare, si dotano sulla confezione di Qr code per documentare al consumatore munito di telefonino intelligente i lotti di produzione da cui provengono, all'insegna di una tracciabilità degli alimenti lungo tutta la filiera, dalla materia prima alla distribuzione.

Il post evento
Al momento è impossibile sapere cosa rimarrà di Expo dopo il 31 ottobre. Ci sono tavoli aperti con Assolombarda (per un progetto che vuole mettere a fattor comune università, incubatori e acceleratori, startup e aziende private) e altri che coinvolgono Anci e Comuni italiani in ambito smart city. Allo stato attuale è (quasi) certo che le 14 aree di servizio oggi adibite a ristoranti, ospitality e farmacie, sotto le quali operano i data center dei vari provider tecnologici di Expo, verranno smontate e reinstallate pezzo per pezzo sotto forma di scuole in tutto il territorio nazionale. Il rischio, però, è che buona parte dell'infrastruttura venga smantellata per tornare nelle mani dei fornitori/sponsor. Lasciando l'area priva della componente tecnologica che la rende una vera smart city digitale.

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