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Hacking Team: la procura apre due fascicoli. Vincenzetti voleva vendere

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Hacking Team: la procura apre due fascicoli. Vincenzetti voleva vendere

  • –di Biagio Simonetta

Se quella del 6 luglio è una data funesta per Hacking Team, a spulciare bene fra i 400 gigabyte di file sottratti alla società milanese e diffusi da Wikileaks ci si accorge che i problemi erano sicuramente più datati. Certo, l'attacco informatico è stato un colpo da ko dal quale sarà difficile rialzarsi. Ma lo stato di salute dell'azienda non era dei migliori, tanto che il fondatore, David Vincenzetti, stava pianificando una sorta di exit strategy da circa un anno. L'intenzione era quella di vendere Hacking Team, monetizzare il più possibile e il prima possibile. A preoccupare il leader della società di via della Moscova erano due fattori: alcune fuoriuscite importanti e un bilancio con numeri inferiori alle attese.

Alcuni dipendenti storici nel giro degli ultimi due anni avevano deciso di dimettersi, spesso intraprendendo strade autonome (e lo vedremo più avanti). E inoltre stavano arrivando regolamentazioni internazionali sempre più stringenti in ambito di software per lo spionaggio digitale. Da qui l'idea di vendere. Tre i potenziali acquirenti: prima i sauditi, poi gli israeliani, infine Finmeccanica. In tutti i casi non se ne fece nulla, e com'è andata a finire è storia di questi giorni.

Indago la Procura di Milano
Intanto la procura di Milano ha aperto due fascicoli diversi riguardo ad Hacking Team. In uno viene ipotizzato il reato di accesso abusivo al sistema informatico (e quindi l'azione di hackeraggio). Nell'altro, invece, si indaga su una denuncia relativa a questioni interne alla società. Denuncia presentata in realtà prima dell'attacco del 6 luglio scorso dal fondatore David Vincenzetti. In entrambi i casi, comunque, sarà il pm milanese Alessandro Gobbis a indagare. E già nella prossima settimana potrebbe iniziare la prima fase di interrogatori.

Spionaggio nel mondo
Ma quante sono le società di spionaggio digitale nel mondo? Tante. Tantissime. Ognuna con caratteristiche particolari. A giudicare dalla famosa “The Spyfiles”, la mappa pubblicata da Wikileaks nel 2011, in America, Europa e Asia sono presenti decine di aziende che in un modo o nell'altro si occupano di spiare qualcuno o qualcosa. Hacking Team, nella mappa di Wikileaks, viene inserita all'interno delle aziende che producono Trojan, e cioè tipologie di malware che si nascondono all'interno di software all'apparenza utili e sani e che, in sostanza, vengono installati dagli utenti del tutto ignari. E di società che fanno Trojan, in realtà, secondo “The Spyfiles” ne esisterebbero solo 5 in tutto il mondo. Tutte in Europa, fra Italia, Francia, Germania e UK. Nel nostro Paese, secondo la mappa di Wikileaks, sarebbero 7 le compagnie che si occupano del controllo di Internet. Un numero che, in sostanza, ci rende fra i veri protagonisti di questo settore. Negli Usa le società sono 32, seguita da Uk (17) e Germania (15). Poi la Francia, con 8 aziende. Il resto è poco: 2 in Canada, 3 in Olanda, 3 in Cina.

@biagiosimonetta

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