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New Horizons ha ripreso contatto con la Terra dopo il «flyby» con Plutone

Circa 13 ore dopo il flyby a 14mila chilometri dal pianeta Plutone, la sonda New Horizon ha completato con successo la sua missione e «ha telefonato a casa», vale a dire ha ripreso contatto con la base di controllo John Hopkins Applied Physics Center di Washington, scatenando gli applausi degli scienziati presenti.
«Ci siamo agganciati alla telemetria della sonda», ha detto entusiasta il capo della missione Alice Bowman, confermando il primo contatto con la sonda dopo un viaggio di 4,8 miliardi di chilometri.

Alle 13.49 italiane di ieri, la sonda New Horizons della Nasa aveva raggiunto Plutone, ai confini del Sistema Solare, passando a 12.500 chilometri dalla superficie del pianeta nano. L'evento storico nell'esplorazione spaziale è stato salutato da un lungo applauso nel centro di controllo della Nasa.

Dopo il passaggio la sonda New Horizons era entrata in silenzio radio, «concentrata» a catturare dati, e soltanto in serata aveva inviato il segnale per dire che è andato tutto bene. Il segnale ha impegato 4,5 ore per percorrere i circa 5 miliardi di chilometri che separano Plutone dalla Terra. La sonda ha sorvolato il pianeta nano in corrispondenza della misteriosa macchia brillante a forma di cuore che aveva già fotografato e della quale dovrà indagare la natura. Proprio nelle ultime ore, a causa della rotazione del pianeta, la macchia si è rivolta completamente verso la sonda. L'avvicinamento di New Horizons a Plutone è un'impresa storica per l'esplorazione spaziale, che arriva a 50 anni dalla prima foto ravvicinata di Marte scattata dalla sonda Mariner 4 il 15 luglio del 1965. Con la visita al pianeta nano si completa così l'esplorazione dei pianeti del Sistema Solare.

Quando la missione New Horizons era cominciata, nel gennaio 2006, Plutone era ancora il nono pianeta del nostro sistema, ma qualche mese più tardi, il 24 agosto, è stato declassato a pianeta nano dall'Unione Astronomica Internazionale (Iau). Già c'è chi su Twitter e sugli altri social media chiede di dare di nuovo a Plutone lo status di pianeta, visto che gli ultimi dati di New Horizons indicano che è un po' più grande del previsto: dalle stime precedenti, comprese fra 2.274 e 2.301 chilometri, è stato ricalcolato in circa 2.370 chilometri. Non si sa se sarà sufficiente a 'farlo tornare' un pianeta, ma è già di sicuro il corpo celeste più grande della fascia di Kuiper, la zona più esterna del Sistema Solare popolata da pianetini e asteroidi.

È atteso per domani l'invio delle prime immagini che la sonda New Horizons ha scattato a Plutone. Le immagini avranno una risoluzione 10 volte maggiore rispetto a quella delle ultime immagini inviate a Terra dalla sonda della Nasa. Lo ha detto il responsabile scientifico della missione, Alan Stern, del Southwest Research Institute (SwRI), nella conferenza stampa organizzata dalla Nasa subito dopo lo storico avvicinamento. Molte potrebbero essere le sorprese che arriveranno dai dati di New Horizons. Non si escludono, per esempio, segni di un'attività tettonica sul pianetino perché ''Plutone è un mondo dove la geologia, l'atmosfera, il clima svolgono un ruolo'', ha rilevato Stern. La sonda è a caccia anche di geyser e nebbia, che ancora non sono stati visti ma ''non vederli ancora – ha aggiunto - non significa che non ci sono''. Dopo l'avvicinamento a Plutone e alla più grande e vicina delle sue cinque lune, Caronte, la sonda proseguirà il suo viaggio addentrandosi nella fascia di Kuiper, la zona più esterna del Sistema Solare popolata da pianetini e piccoli corpi ghiacciati. Alimentata da un generatore nucleare, la sonda avrà energia per viaggiare fino al 2030, ha detto Stern, e studierà i confini dell'eliosfera, ossia la 'bolla' di particelle solari in cui si trova il nostro sistema planetario e lo farà maggiori dettagli rispetto a quelli inviati dalle sonde Voyager, gli unici due veicoli spaziali ad essersi spinti fino alle soglie del Sistema Solare.

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