Tecnologia

Cosa succede in città? A Milano arriva la mappa digitale in tempo reale

  • Abbonati
  • Accedi
open data

Cosa succede in città? A Milano arriva la mappa digitale in tempo reale

Telefonate, tweet, presenze, commenti e check in sui social network: con semplici gesti quotidiani ciascuno di noi lascia ogni giorno tracce digitali che, lette in maniera strutturata, possono trasformarsi in miniere di informazioni sulla realtà urbana. E’ quello che fa Urbanscope, la piattaforma presentata dal Politecnico di Milano che funziona da “macroscopio” urbano per capire cosa succede in una città in tempo reale.

Analizzando i dati che provengono da smartphone e tablet, dai dati open ai social media ai dati telefonici, Urbanscope punta a fornire indizi sulle trasformazioni in atto in un determinato luogo in modo più tempestivo rispetto ai tradizionali dati amministrativi: «Si tratta di uno strumento utile a tutti gli attori dell’ecosistema milanese, dalle istituzioni al mondo dei media e alla società civile, per capire e guidare i cambiamenti in atto nella nostra città e tra le tante realtà che vi convivono e che cercano un punto di connessione»., ha spiegato il rettore del Politecnico Giovanni Azzone.

«I dati, grandi o piccoli che siano non parlano mai da soli - afferma Piercesare Secchi, direttore del dipartimento di matematica e responsabile del progetto -: per cogliere i loro segnali deboli, l’informazione indiretta di cui essi sono portatori e relativa a realtà complesse come la città del XXI secolo, dobbiam inventare e costruire nuovi macro-scopi». E proprio da concetto di macroscopio è partito Urbanscope, «per dare vita a una visione in grado di leggere la complessità dei fenomeni in atto nelle grandi realtà urbane, producendo immagini che devono essere poi interpretate», aggiunge Paolo Ciuccarelli, docente di Design della comunicazione.

«Urbanscope è un progetto innovativo, uno strumento semplice e geniale, che permette di leggere la città attraverso i dati generati dai gesti quotidiani dei milanesi e dei turisti, dai loro spostamenti, dalle loro attività sui social network», ha commentato il sindaco Giuliano Pisapia nel corso della presentazione del progetto.

Per fare degli esempi - ma si tratta solo di modelli sulla base dei dati recuperati, sottolineano al Politecnico - si scopre che le chiamate telefoniche da cellulare sono dominate da quelle da e per i paesi europei, con la Svizzera di gran lunga prima, mentre le più grandi comunità di stranieri sono rappresentate, anche se con quote diverse da quelle di residenza. Oppure, se si analizzano i tweet scambiati a Milano in relazione alla lingua in cui sono scritti, emergono tre città digitali differenti: una Milano che parla in italiano con se stessa e l’Italia, una Milano internazionale che parla in inglese con il resto del mondo, una Milano multietnica, proiettata verso le nuove comunità cittadine e quelle di origine. E si possono analizzare anche quali sono le aree a più alta concentrazione di residenti stranieri.

Alla stessa stregua si possono analizzare i luoghi verso cui la città si muove, di giorno e di notte, e quali sono i luoghi più “cool” di Milano, nel corso dei periodi normali o di settimane straordinarie come durante il Salone del Mobile. E come si modificano i luoghi di aggregazione con l’Expo in corso. Il tutto in diretta, per permettere una migliore gestione della città e degli spazi pubblici, a beneficio degli enti pubblici, ma anche dei privati.

© Riproduzione riservata