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1/5 Twitter in crisi nera / Cinguettii in coma, ai minimi in Borsa

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1/5 Twitter in crisi nera / Cinguettii in coma, ai minimi in Borsa

1/5 Twitter in crisi nera / Cinguettii in coma, ai minimi in Borsa

Twitter è nei guai. La Borsa se n'è accorta da tempo: il titolo del sito di microblogging più famoso del mondo nell'ultimo mese ha perso il 17% del suo valore al Nasdaq, un “rosso” che se si considera l'ultimo anno raddoppia sfiorando un -33%. Dopo le dimissioni del ceo Dick Costolo, e l'interim a uno dei fondatori, Jack Dorsey, le cose non sono migliorate: Twitter sta annaspando ai minimi di sempre, sotto i livelli della quotazione del novembre 2013. Ormai la società vale meno di 20 miliardi di dollari. Il che la rende una possibile preda. Qualcuno parla di Facebook, ma la creatura di Zuckerberg deve ancora digerire l'acquisizione kolossal di WhatApp, pagata 22 miliardi di dollari l'anno scorso. Potrebbe farsi avanti anche Google, già legata a Twitter da accordi commerciali. Sempre che a qualcuno i “cinguettii” interessino.
Ma da dove arrivano i problemi di Twitter? Non è una questione di soldi. La trimestrale diffusa qualche giorno fa sfoggia ricavi a 502 milioni di dollari (+64% rispetto all'anno scorso), molti più dei 481 milioni attesi dagli analisti. Il vero problema sono gli utenti. Ecco cosa sta succedendo.

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10 Commenti

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  • umbertono0 |

    Il perchè è chiaro .Queste entità. sono solo delle bolle d'aria destinate a sgonfiarsi appena passano un po' di moda

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  • finquando |

    in tempi difficili è necessario approfondire gli argomenti
    DAI CROZZA
    SI TORNA AGLI SMS

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  • robertonitti |

    Un fallimento o chiusura di Twitter sarebbe una notizia disastrosa per il nostro premier, ben piu' drammatica di un aumento del tasso di disoccupazione o di un calo del PIL nel nostro paese: come farebbe poi a comuniare il suo pensiero politico al popolo italiano?

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  • finquando |

    non uso Twitter perché 140 caratteri sono un pensiero da echinodermi
    il fatto poi di essere inflazionato dai mediocri porta ad assumere atteggiamenti critici nei confronti dello strumento che quindi passato di moda rientra in una fascia di consumo per esibizionisti compulsivi alla disperata ricerca di un palcoscenico

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  • sslavi |

    E io ricordo ancora quanto veniva osannato il Twitter qualche anno fa, da quasi tutti i media e da tanti analisti informatici e sociali. Tanti esperti che dicevano che il Facebook era sul punto di morire, che il futuro del social è il Twitter...
    Questo è il livello e la profondità del pensiero di chi per professione dovrebbe saper osservare con attenzione le tendenze e le potenzialità dei strumenti tecnologici e sociali, per trarne le conclusioni razionali e attendibili, anche a beneficio dei mercati.
    Stiamo veramente vivendo nel epoca del pensiero debole.

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