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BlaBlaCar corre veloce: 200 milioni di euro di nuovi finanziamenti

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BlaBlaCar corre veloce: 200 milioni di euro di nuovi finanziamenti

«Se c'è una linea di demarcazione che delimita i confini della sharing economy pura, senza alcun dubbio noi siamo all'interno di questa». Andrea Saviane, 32enne trevigiano, country manager di BlaBlaCar (la celebre azienda dei passaggi in auto) lo dice con compostezza mista ad orgoglio. E del resto, con tutta la confusione che si è creata attorno al modello economico basato sulla condivisione, stabilire le distanze sembra una mission. «Uber? No, quella è un'altra cosa.

Noi lavoriamo sulle lunghe distanze. E poi il nostro modello di business non è on-demand». Per questo i tassisti non ce l'hanno con BlaBlaCar? «Certo, offriamo un servizio che, volendo, è complementare. Immagina un utente che arriva da Roma a Milano con noi e poi prende un taxi per spostarsi all'interno della città. Ti dico che succede spesso».
Questa chiacchierata esclusiva con Saviane avviene a poche ore da uno dei momenti più importanti della storia di BlaBlaCar. Un finanziamento da 200 milioni di euro che, carte alla mano, si posiziona al primo posto fra i finanziamenti a un'azienda Europea. Una startup, coi suoi uffici milanesi dove «si respira un'aria da garage». Dicevamo dei 200 milioni. Un Series D round da capogiro che arriva da finanziatori americani e svedesi: Insight Venture Partners e Lead Edge Capital con la partecipazione di Vostok New Ventures. L'obiettivo del finanziamento è chiaro: «Sostenere la rapidissima crescita del servizio nei mercati già consolidati – racconta Saviane - e il suo decollo nei nuovi mercati». Il round fa di BlaBlaCar una delle startup europee che hanno attirato maggiormente il sostegno degli investitori, considerati gli oltre 300 milioni di dollari raccolti fino a oggi dall'azienda nata a Parigi.

Ma torniamo a Saviane. In BlaBlaCar è arrivato nel 2013, come direttore del Marketing. Poi una rapida ascesa al ruolo di Country Manager. E oggi sta vivendo in prima persona il cambiamento più importante della piattaforma. BlaBlaCar sta introducendo anche in Italia il sistema di pagamento online. Un sistema che rende il servizio molto più efficace, ma che introduce anche i costi di commissione per gli utenti (passeggeri), che variano dal 10 al 15% del costo della tratta, in base alla lunghezza di questa. Nessun calo, tuttavia, nei registri delle attività: «Anno su anno (2014 su 2013 ndr) abbiamo registrato in Italia un +300% come numero di utenti», ci dice Saviane che – come da abitudine delle big company – però non fornisce i numeri specifici: «L'Italia è sicuramente un mercato importante. Anche perché da noi – aggiunge – il costo del carburante è fra i più alti d'Europa, e poi c'è il costo delle autostrade.

Per questo in Italia il viaggio condiviso funziona. A livello globale abbiamo 20 milioni di utenti iscritti nei 19 Paesi in cui siamo presenti, con una media di 10 milioni di persone trasportate ogni trimestre». Le tratte di maggior successo in Italia? «Forniamo un servizio molto capillare, ma le Milano-Venezia, Roma-Napoli e Milano-Bologna sono di certo quelle più percorse». L'età media dell'utente italiano di BlaBlaCar ha 31 anni, e dal punto di vista dei passeggieri c'è perfetta parità tra uomini e donne. Sul lato conducenti, invece, prevalgono le figure maschili. E le tasse? «L'azienda ha una sede amministrativa unica, ed è quella di Parigi. L'Iva, per l'Italia, ovviamente la paghiamo in Italia. Il fisco è francese. Dal punto di vista delle tasse, comunque, i nostri costi sono ancora maggiori dei nostri ricavi. Quindi rimaniamo lontani dalla no tax area». E anche questo è sinonimo di sharing economy. Quella vera, però. E se sia sostenibile oppure no, lo vedremo fra qualche anno.
@biagiosimonetta

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