Tecnologia

Banda larga in ogni classe per il 2020, nuova formazione per i docenti e…

  • Abbonati
  • Accedi
il piano del miur

Banda larga in ogni classe per il 2020, nuova formazione per i docenti e coding: un miliardo di euro per la scuola digitale

Un miliardo di euro in cinque anni per “riposizionare il modello educativo nazionale all’interno di una società che ha il digitale come elemento pervasivo” con una strategia complessiva che “è un piano di innovazione non solo infrastrutturale, ma anche di contenuti”. È questo il quadro del Piano nazionale scuola digitale presentato stamane dal ministri dell’Istruzione Stefania Giannini con l’obiettivo di riportare il sistema scolastico italiano al livello degli altri paesi sviluppati, colmando il ritardo che oggi emerge da tutte le statistiche internazionali.

Il piano prevede una serie di azioni concrete che pongono “la digitalizzazione della scuola all’interno di una strategia complessiva del Governo per il rilancio del sistema paese”, ha affermato il ministro, sottolineando come proprio il sistema della formazione debba rappresentare una dei punti di forza imprescindibili per la trasformazione competitiva dell’Italia.

Il primo impegno concreto è così quello della connessione a banda larga “fino alla porta” (tecnologia Ftth, Fiber to the home) per tutte le scuole italiane entro il 2020, con un impegno complessivo attorno ai 600 milioni di euro, che diventano prioritarie all’interno del Piano nazionale banda ultralarga del ministero dello Sviluppo economico. Sarà poi a cura del Miur la copertura delle singole classi via Wifi (ogni scuola avrà a disposizione dai 7500 ai 18.500 euro) e il canone per la connessione (10 milionio complessivi l’anno per una media di 1200 euro a scuola).

Nell’ambito dell’ammodernamento delle infrastrutture, il piano prevede 80 milioni in tre anni per atelier creativi e laboratori per la competenze chiave e 140 milioni per “il rafforzamento in chiave digitale degli indirizzi professionalizzanti della scuoal secondaria di secondo grado”, oltre a stanziamenti specifici per l’adeguamento degli spazi scolastici perché, come sostiene Giannini, “lo spazio cambia la visione”. All’interno di questi spazi rinnovati sarà facilitata l’introduzione del digitale “leggero” attraverso i device mobili portati dai singoli studenti.

Un secondo pilastro del piano triennale è il sistema per perseguire le competenze digitali degli studenti, partendo dalla consapevolezza che il digitale interviene a supporto di tutte le competenze trasversali, ma è anche “alfabeto” indispensabile per il nostro tempo e per raggiungere una piena “cittadinanza digitale”. L’obiettivo è, per esempio, portare il pensiero computazionale - il coding - a tutta la scuola primaria.

Ma, a livello più generale, la strategia digitale deve puntare a modificare il modello educativo, come peraltro indicato anche recentemente dall’Ocse, incentrato sullo studente che diventa soggetto attivo in un modello educativo di interazione con il docente. Proprio in quest’ottica di innovazione, e non di semplice preparazione tecnica, l’aspetto della formazione diventa un pilastro ineludibile, come già indicato dalla Buona scuola con la formazione obbligatoria in servizio.

In ogni scuola dovrà essere individuato un “animatore digitale”, incaricato di animare e attivare le politiche innovative del piano, coinvolgendo i colleghi, gli studenti e le famiglie, cercando di coordinarsi con le reti e le esperienze di eccellenza in fatto di innovazione didattica già presenti sul territorio. Perché, come ha riconosciuto lo stesso ministro, “esistono già centinaia di buone pratiche, che però sono ora da mettere a sistema”.

L’ultimo pilastro è costituito dalla costituzione di un Osservatorio tecnologico presso il Miur per il monitoraggio continuo dell’evoluzione del piano stesso e della realtà esterna per evtnauli rimodulazioni in corso d’opera.

© Riproduzione riservata