Da sport noioso a sport per tutti. Le persone che negli ultimi anni si sono avvicinate alla corsa sono tantissime. Un exploit imprevedibile, probabilmente riconducibile a due fattori distinti. Da una parte la crisi economica: la corsa è uno sport per “poveri”, nel senso che non necessita di particolari strumenti (come il tennis o il golf, per esempio) e lo si può praticare per strada, senza dover affrontare costi per gli impianti sportivi. Dall'altra l'esplosione di una tendenza social: applicazioni come Runtastic stanno spingendo tantissimo il settore, perché di fatto rendono social e virale uno sport da sempre solitario. Runtastic, volendo fare un paragone, fa bene alla corsa quanto Instagram fa bene alla fotografia.
Ma se di amici corridori e di persone che corrono sotto il balcone di casa nostra ne vediamo sempre di più, è bene trovare il conforto dei numeri. Ed è qui che arrivano quelli di Solid Q, società internazionale che si occupa di analisi dei grandi dati. Il Sole 24 Ore, nei giorni scorsi, ha incontrato il CEO Fernando Guerrero e il fondatore della divisione italiana Davide Mauri. Con entrambi abbiamo parlato di Big Data applicati allo sport, e più in particolare di Datarace, un progetto interamente incentrato sulla corsa (con la volontà di espanderlo anche al ciclismo) che già dispone di milioni di dati.
Tutto è nato da una collaborazione fra SolidQ e TDS (Timing Data Service, una delle maggiori aziende nei servizi di cronometraggio sportivo in Italia). Da una parte la fonte dei dati, dall'altra l'analisi strutturata. Quello che ne esce fuori è un quadro dettagliatissimo sulla corsa in Italia che offre 13824 possibili combinazioni di analisi incrociando: anno, sesso, disciplina, età e segno zodiacale dei corridori.
Cosa dicono i risultati? Per esempio che il segno zodiacale più pigro è quello del Sagittario (seguiti dal Capricorno), mentre gli appartenenti al segno del Leone sono i più competitivi, ma anche Gemelli e Cancro si difendono bene. Lazio, Lombardia e Veneto sono le regioni d'Italia dove si corre di più, mentre in fondo alla classifica c'è il terzetto Valle d'Aosta, Basilicata e Umbria (ma qui c'è da tener conto delle dimensioni territoriali).
I dati fanno vedere anche come negli anni si registri un progressivo aumento del numero di corridori, sia uomini che donne (anche se in percentuale le donne aumentano in maniera più netta e veloce). È palese, poi, come negli anni, il numero dei corridori intorno ai 40-49 anni, aumenti. Nel 2015, infatti, il numero di questi supera i 50000, mentre nel 2010 superava solo la soglia dei 30000. Anche la frequenza delle competizioni è in netto aumento: nel 2015, 30522 persone hanno corso almeno una gara, mentre nel 2010, il numero era di 17251. Nelle diverse discipline, la corsa in montagna va di gran moda negli ultimi anni. Infatti il numero di atleti che ha partecipato ad almeno una di queste competizioni è passato da 338 del 2011 a 968 del 2015.
Ovviamente il progetto ha anche l'ambizione di diventare un punto di riferimento per i corridori (professionisti e non). Infatti, registrandosi sul sito di Data Race, l'utente potrà visualizzare le statistiche di allenamento di migliaia di partecipanti, così da confrontarle con le prestazioni personali, per capire come i professionisti si allenano, in cosa si può migliorare e cosa, semplicemente, gli altri fanno di diverso. Quelli di SolidQ hanno le idee chiare: “Allo start di una gara noi sappiamo già al 99.8% chi potrà essere nei primi 5”. La potenza dei dati.
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