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Apple Pay fa un passo avanti: arriva (nel 2016) il servizio di…

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Apple Pay fa un passo avanti: arriva (nel 2016) il servizio di money transfer?

Novità in vista per la piattaforma di pagamento in mobilità di Cupertino: l'indiscrezione ce la offre il Wall Street Journal e l'opzione aggiuntiva che avranno a disposizione gli utenti di iPhone è un servizio per i trasferimenti di denaro in modalità “person to person” fra soggetti fidati (amici, conoscenti, colleghi). Apple Pay è pronto dunque a fare un passo in avanti e per concretizzare l'aggiornamento in questione, previsto nel corso del 2016, la società della Mela sarebbe in trattativa con alcune banche statunitensi. I nomi che snocciola il quotidiano americano sono quelli di J.P. Morgan Chase & Co., Capital One Financial, Wells Fargo & Co. e Us Bancorp.

Perché Apple avrebbe deciso di buttarsi nell'arena dei servizi di money transfer su smartphone? Non c'è una sola risposta. Innanzitutto perché nell'universo dei pagamenti digitali questi strumenti sono parecchio utilizzati e dotare la piattaforma Pay di un “add on” molto popolare fra gli utenti ha di per sé una logica; in secondo luogo perché per pagamenti di tipo p2p fra dispositivi collegati in modalità wireless il colosso californiano ha sviluppato una nuova tecnologia già coperta da brevetto. Una terza ragione, ed è forse la più importante di tutte, sta forse nella volontà di lanciare un guanto di sfida a Venmo, app di proprietà di PayPal eletta a “must have” da molti americani e non solo.

La concorrenza
Se le intenzioni di Apple sono effettivamente quelle di issarsi a primo provider nei servizi di “personal payment” è anche vero che la casa di Cupertino deve vedersela con una concorrenza parecchio agguerrita.

Secondo la società di consulenza Aite Group, nel terzo trimestre di quest'anno la sola Venmo ha gestito un volume di 2,1 miliardi di dollari di operazioni su mobile e ha abilitato il 19% delle operazioni di trasferimento “person-to-person realizzate su scala globale.
La stessa PayPal ha messo le amni su Xoom, una startup di San Francisco che ha dato vita a un servizio di servizio di trasferimento di denaro non troppo diverso da Western Union e da Moneygram ma con la non trascurabile differenza di essere gestibile via app (su terminali Android e iOs).

Altro nome da battaglia è Square, piattaforma di money transfer creata dall'attuale numero uno di Twitter, Jack Dorsey. E poi ci sono i servizi delle grandi Internet company. Facebook ha introdotto la scorsa estate, per ora solo negli Stati Uniti, una soluzione che consente di abilitare pagamenti “in un click”, previo collegamento del proprio account con una carta di debito Visa o Mastercard, attraverso la chat di Messenger. Google, infine, gioca in questo mondo con una piattaforma di pagamento come Android Pay e con una app (il Wallet) che permette di effettuare versamenti da un utente all'altro via carta di credito tramite un link inviato via mail.

A detta di Patrick Moorhead, principal analyst in Moor Insights & Strategy, a vincere la partita sarà chi, meglio e più di altri, cullerà gli utenti in un luogo virtuale dove già spendono molto del loro tempo. Ed Apple, con il suo iTunes (dove milioni di utenti acquistano contenuti digitali direttamente con carta di credito) non parte certo in svantaggio. Tanto più che, direttamente dal Ceo Tim Cook, in occasione della sua trasferta europea, è arrivato una sorta di monito: i sistemi di pagamento elettronici come Pay diventeranno così pervasivi in futuro che i bambini di domani non conosceranno il contante.

La spinta della Generazione X
L'indagine porta la firma di Phoenix Marketing International, è stata condotta su un campione di 15mila consumatori americani e rivela come Apple Pay abbia guadagnato da febbraio a settembre 2015 solo quattro punti percentuali in termini di penetrazione, salendo all'11%. Lanciata nell'ottobre del 2014, la piattaforma ha fatto proseliti soprattutto fra gli utenti di età compresa tra i 33 e i 38 anni (sono il 48% dell'utenza complessiva) mentre i cosiddetti Millennials (giovani tra i 18 e i 32 anni) pesano per il 42%. Questi ultimi, però, sono i più assidui utilizzatori del servizio, ricorrendovi per il 26% dei propri pagamenti. E c'è infine un altro indicatore che può far sorridere i vertici della Mela: il 79% di chi utilizza l'iPhone o l'Apple Watch per le proprie transazioni in modalità elettronica (il 14% delle famiglie americane con carte abilitate) ha smesso del tutto di usare le tessere contacless di plastica.

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