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Dossier Il biomedicale israeliano sbarca in Italia a fine 2016

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    Dossier | N. 221 articoliPiù start-up con il Sole

    Il biomedicale israeliano sbarca in Italia a fine 2016

    • –di L.Tre.

    Per la prima volta un fondo italiano investe in una start-up che punta sull'Italia. Innogest Sgr, società italiana di venture capital, ha investito 1,1 milioni di dollari in Pi-Cardia, startup israeliana che sviluppa un dispositivo cardiovascolare innovativo per il trattamento non chirurgico della stenosi aortica. Unovirgolauno milioni non è una cifra da prima pagina.

    Siamo nell'ambito di un classico early stage. Più precisamente si tratta del primo investimento della sgr torinese, dopo la chiusura finale di Innogest Capital II annunciata a settembre scorso. Nell'operazione Innogest ha agito come lead investor in round complessivo da 4 milioni di dollari a cui hanno partecipato investitori israeliani e cinesi accanto al pool formato da Innogest e Imi Fondi Chiusi.

    La notizia è che la start-up israeliana viene in Italia per investire. L'operazione, guidata da Claudio Rumazza, partner di Innogest, servirà a sostenere l'azienda con l'obiettivo di conseguire il marchio CE per il prodotto Leaflex di Pi-Cardia, ottenendo l'autorizzazione alla commercializzazione in Europa, nonché lanciare un primo studio clinico pilota negli Stati Uniti. Per gestire il processo descritto la società israeliana intende aprire un centro di ricerca in Italia attraverso il quale coordinerà gli studi clinici in Europa, le attività regolatorie e di business development in Europa. «Israele ha bisogno di una base in Europa - spiega Rumazza -. In primo luogo perché è vicina in termini geografici.

    Poi perché i medici italiani sono innovativi e tecnicamente pure bravi». Il motivo più importante però è quello legato all'ottenimento del marchio CE che per gli strumenti medicali significa l'autorizzazione al commercio. La regolamentazione europea è più leggera rispetto al Fda americano. Per questo le aziende del biomedicale scelgono prima l'Europa e nel frattempo si preparano per l'America.

    Il piano sembra quello di aprire il centro tra Milano e Como. Non si parla di grandi numeri in termini di occupazione ma di una presenza che punta a gestire prodotto, ricerca e il commercio del prodotto. Partenza? Entro la fine del 2016.

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