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    Dossier | N. 221 articoliPiù start-up con il Sole

    Banche in cerca di nuove app

    Olycom
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    La banca su cellulare ha conquistato ormai un correntista italiano su quattro e i pagamenti mobili varranno 2,8 miliardi di euro nel 2015 (+65% sul 2014). I dati- il primo è del nuovo CheBanca Digital Index e il secondo è degli Osservatori del Politecnico di Milano- mostrano un processo inesorabile di maturazione per tutto il mondo di servizi connessi ai nostri soldi in mobilità. Ma è anche un processo che è solo agli inizi.

    «Il nostro indice conferma lo spostamento graduale ma costante dal canale fisico a quello remoto, soprattutto per l’operatività classica da conto corrente e il conseguente sviluppo nell'utilizzo dei servizi di mobile banking - dice Roberto Ferrari, direttore generale di CheBanca! -. Il 21,6% dei correntisti affianca i servizi di mobile app a quelli del sito mentre il 3,6% gestisce tutte le operazioni bancarie esclusivamente tramite app». Quest’ultimo è «un dato ancora marginale ma che rivela un notevole incremento rispetto al semestre precedente (+200 mila utenti)», aggiunge Ferrari.

    Un mercato piccolo che cresce in fretta: può essere la definizione giusta anche per il mobile payment. Quei 2,8 miliardi previsti dal Politecnico sono fatti per 2,6 miliardi dal mobile commerce (acquisto di beni, servizi e contenuti digitali). Il pagamento mobile in senso stretto varrà quindi solo 200 milioni di euro nel 2015. «Con questo intendiamo il pagamento di bollette, servizi, biglietti, sganciato da un processo di acquisto in un negozio online», spiega Ivano Asaro, che si occupa di questo ambito presso gli Osservatori del Politecnico di Milano.

    «Ci sono però tanti segnali che fanno pensare che il mercato mobile payment sia destinato ad aumentare esponenzialmente. Nei prossimi mesi - aggiunge Asaro - vedremo il lancio di alcuni nuovi servizi di Mobile Wallet, basati sulla tecnologia NFC, da parte di alcuni dei più importanti gruppi bancari italiani e altri ne seguiranno all'inizio del 2016».

    Le startup del payment made in Italy ci credono già. In particolare si è creato un certo fermento intorno ai pagamenti diretti via mobile (peer to peer: tra persone oppure tra utente e commerciante; questa seconda modalità sarà sviluppata meglio nei prossimi mesi). Quello del Mobile p2p è uno dei trend più interessanti., Si registra una vivacità lato offerta, nel 2014 a livello internazionale con 35 servizi e molti big player interessati. Si registra una vivacità lato offerta, nel 2014 a livello internazionale abbiamo analizzato circa 35 servizi e molti big player li guardano con interesse. Anche in Italia negli ultimi mesi abbiamo assistito al lancio di numerosi servizi.

    Il prossimo arrivo sarà Tinaba (da gennaio), acronimo di “This Is Not a Bank”, sulla scia di altre app analoghe come Satispay e 2Pay trasforma lo smartphone in un portafoglio virtuale per consentire il pagamento e il trasferimento di denaro.

    Queste app per smartphone si presentano in modo simile a una chat come Whatsapp: l'utente manda soldi ad altre persone che ha in rubrica, i cui contatti sono associati all'iban bancario per ricevere il pagamento.

    Le banche comunque non stanno a guardare e stanno sviluppando analoghe app peer to peer, aderenti al circuito Jiffy di Sia (società controllata dal Fondo Strategico Italiano). Gli utenti di app diverse, se basate su Jiffy, possono scambiarsi denaro. Con SatisPay e 2Pay lo scambio avviene invece tra utenti che usano la stessa app (ma possono avere banche diverse). SatisPay e 2Pay già consentono pagamenti tra utenti e un network di esercenti (per pagare alla cassa), mentre Jiffy si appresta a fare questo passo entro dicembre. Tutti questi servizi, inoltre, ora guardano all'Europa per spingere sui pagamenti transfrontalieri via smartphone. Sia sta stringendo accordi con banche europee.

    «Grazie all'accordo con l'Istituto di Moneta Elettronica (IMEL) autorizzata e vigilata dalla Banca d'Italia, possiamo facilmente diffondere l'applicazione in tutta Europa. È chiaro però che per scalare il mercato a livello internazionale è necessario avere una dotazione di capitale molto elevata», dice Daniele Bernardi, CEO di 2Pay. Aggiunge Alberto Dalmasso, co-founder di Satispay: «attiveremo altri mercati già nel 2016 (UK e Germania) con team dedicati».

    startup@ilsole24ore.com

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