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Nasce Giotto, piattaforma per l’internet delle cose di AlmavivA

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IoT

Nasce Giotto, piattaforma per l’internet delle cose di AlmavivA

Uno studio condotto dall'osservatorio del Politecnico di Milano e presentato da Stefano Mainetti, professore della School of Management e a capo dell'incubatore dell'ateneo meneghino, ha fotografato l'IoT in Italia a fine 2014, quando c'erano 8 milioni di oggetti connessi tramite SIM, contro i 3,4 milioni censiti nel 2010. Il 55% di questi sono riconducibili alle Smart Car, il 21% allo smart metering in tutte le sue accezioni. Un business che è passato dagli 810 milioni di euro del 2012 agli 1,15 miliardi del 2014, ai quali vanno aggiunti altri 400 milioni di euro legati all'IoT indipendente dalle SIM, assorbiti dalle soluzioni Smart Home per il 36%.

Nasce la necessità di una piattaforma su cui le tecnologie proprietarie di ogni player possano essere standardizzate e integrate, al fine di configurare, controllare e gestire gli oggetti connessi attraverso un un'unica soluzione software, accessibile via web e che risponda ai criteri di sicurezza.

Esigenza sempre più forte e pressante, considerando anche che “IoT” è un termine obsoleto, meglio sostituito da Internet of Everything (IoE), perché non si parla più soltanto di oggetti connessi ma anche di persone, dati e procedure.

AlmavivA, multinazionale italiana con quartier generale a Roma, ha presentato Giotto, piattaforma aperta che si integra con diversi protocolli ed è una novità che ne contiene due particolarità. La prima è il modello di business, poiché Giotto, in grado di fornire anche servizi di data analysis, viene ceduta in licenza d'uso alle aziende e a titolo gratuito alle startup; la seconda è il modello di scouting in cui sono le neo-imprese ad annunciarsi ad AlmavivA, che può così selezionare i migliori talenti e le migliori idee senza aprire una call.

La piattaforma è creata per essere orizzontale e fornire ai clienti la verticalizzazione necessaria ai rispettivi business. Un enorme concentratore di dati che trascende il classico data center, offrendo servizi integrati che vanno dagli ambienti di sviluppo agli strumenti per l'analisi dei big data, restituendo in quest'ambito reportistica appannaggio di chi, tra le aziende clienti, ha poteri decisionali.

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