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    Dossier | N. 221 articoliPiù start-up con il Sole

    Da Foodora a PizzaBo, è caccia alle startup italiane del cibo a domicilio

    App per la consegne a domicilio, ricerca ristoranti, condivisione ricette. Il boom delle start up del food, esploso ben prima di Expo, ruota intorno alla triade di modelli di business che sono riusciti ad attirare di più gli appetiti (e i finanziamenti) dei venture capitalist internazionali. A trainare il fenomeno è il take away, sopratutto nella forma di consegna rapida e via smartphone.

    Solo Just Eat, «leader delle consegne mobile» di pizza e altri alimenti, è lievitato fino a coprire 15 paesi, dare lavoro a 1.500 dipendenti e generare ricavi da 157 milioni di sterline nel 2014. E la sua Ipo, nell'aprile 2014, ha portato a una valutazione di 1,47 miliardi di sterline (2,44 miliardi di dollari). Una cifra ordinaria, se si considera che il colosso tedesco dell'e-commerce Rocket Internet ipotizza un mercato globale da 90 miliardi di euro. E in Italia?

    Alcuni dati parlano di un giro d'affari da 400 milioni di euro per il solo food delivery, a fronte di una crescita internazionale stimata da Cb Insights a +51% solo tra i primi trimestri 2013-2014. Il più generico e-commerce del food&grocery, la vendita online di alimentari, vale per il 2% sul mercato B2C italiano ma è fermo ad appena lo 0,25% come tasso di penetrazione nel retail di settore. Segno che di spazi per la crescita ce ne sono, soprattutto quando si offre qualcosa in più nella doppia sfida delle “consegne digitali”: aumentare la visibilità dei venditori e potenziare la logistica del servizio, le anime business e consumer che reggono l'intero sistema.

    Non sorprende che siano proprio i servizi di consegna e commercio elettronico, di qualsiasi prodotto, a comparire come due tra le voci principali nel sottoinsieme delle 22 start up del food offerto dall'Osservatorio Startup Hi-Tech del Politecnico di Milano. In un elenco che va dal social eating di Gnammo alla app per volantini e offerte Promoqui, spiccano ancora i servizi per la vendita e distribuzione online come Cortilia: il «mercato agricolo online» che si occupa di vendita diretta di prodotti contadini conta su una rete di 50mila utenti e ha incassato solo l'anno scorso un investimento di 1,5 milioni di euro da P101. E al conto si aggiungono le acquisizioni di brand in crescita come PizzaBo, Clicca e Mangia e DeliveRex. PizzaBo, oggi ribattezzata HelloFood, è un portale di consegna pizze ideate da due studenti fuorisede a Bologna e acquisito lo scorso marzo da Rocket Internet per una cifra che si aggira – voci non confermate – sopra i 50 milioni di euro.

    Clicca e Mangia e DeliveRex, rispettivamente milanese e romana, sono confluite nell'orbita di Just Eat con un doppio colpo che ha permesso al gigante di insediarsi «nei due mercati principali del food delivery italiano». D'altronde, la Penisola è uno dei terreni privilegiati anche quando la start up (o ex start up, dopo anni di finanziamenti milionari) nasce in tutt'altro contesto. È il caso di due piattaforme in crescita come Deliveroo e Foodora. Deliveroo, fondata a Londra nel 2013, ha alzato l'asticella qualitativa del business del consegne: takeway sì, ma da ristoranti di pregio e con una geolocalizzazione interna che permette di scegliere solo tra le insegne – in teoria – più familiari agli utenti. Foodora, creata nell'autunno del 2014, macina ordinazioni da 24 città e 2.500 ordinazioni in tutto il mondo con una flotta di fattorini in bicicletta. Oggi è al 100% proprietà di DeliveryHero, network berlinese da 100mila ristoranti.

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