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Alla scoperta di Exomars 2016, la navicella europea che osserverà Marte

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Alla scoperta di Exomars 2016, la navicella europea che osserverà Marte

Exomars 2016, il primo dei due veicoli spaziali che porteranno l'Europa su Marte è stato presentato alla stampa europea ieri, nel grande hangar ad atmosfera controllata nella sede di Cannes di Thales Alenia Space, l'industria che è il principale contraente di questa duplice missione spaziale. Hanno parlato i rappresentanti delle tre agenzie spaziali coinvolte: europea, italiana e russa, oltre a tecnici e scienziati. Alto circa 10 metri e pesante sulle 5 tonnellate rappresenta il maggior sforzo mai tentato dal vecchio continente per arrivare al pianeta rosso. Exomars è un unico progetto, ma i mezzi spaziali utilizzati sono due, diversissimi fra loro e inoltre partono in due date successive, nel marzo 2016 e nel 2018. Nel suo complesso la missione coi suoi due lanci permetterà un balzo fondamentale alla conoscenza di quel pianeta e della storia della vita nell'universo, di cui al momento siamo gli unici detentori.

Emozionante per tutti, giornalisti, tecnici, scienziati e responsabili presenti all'evento, vedere il mezzo spaziale finito e pronto per andare verso il lancio, dopo una storia lunga e in parte contrastata. Con Exomars 2016, e con il suo successo, l'Europa si gioca molto, dato che Marte è quasi la 51esima stella della bandiera americana. Gli Usa infatti, anche se non lo dicono ufficialmente, considerano Marte una loro esclusiva: partner all'inizio dell'ambizioso progetto europeo ne sono improvvisamente usciti 5 anni fa, causando un momento di panico e problemi notevolissimi alle agenzie spaziali europea ed italiana.

Lo scopo del primo Exomars, presentato appunto ieri a Cannes, è duplice. Arriverà a Marte nell'autunno 2016 e il satellite principale inizierà a orbitare attorno al pianeta fino al 2022, per studiarlo e fare anche da relay per le trasmissioni fra il suolo marziano e la Terra. Appena stabilizzata l'orbita nella posizione corretta sgancerà verso Marte un dimostratore, una sorta di gigantesca conchiglia contenente strumentazione per lo studio delle caratteristiche dell'atmosfera marziana, che arriverà al suolo con un orbita in caduta libera lunga 3 giorni. In onore del grande astronomo italiano che per primo, dall'Osservatorio di Brera a Milano, tracciò una dettagliata mappa di Marte la capsula che toccherà il terreno è stata chiamata Schiaparelli. È questa la fase più importante e delicata di tutta la missione, perché l'Europa non possiede la conoscenza e tecnologia necessarie per far arrivare un mezzo di centinaia di chili al suolo, e il dimostratore ne pesa ben 600. Pensiamo che inizierà la sua discesa balistica a migliaia di chilometri all'ora e dovrà arrivare a soli 2 metri dal suolo del pianeta, frenato in vari modi nella sua discesa di 6 interminabili minuti nella tenue atmosfera marziana. Dai 2 metri di altezza, praticamente un uomo parecchio alto, sarà lasciato letteralmente cadere in balia della gravità marziana con il fondo del mezzo che assorbirà l'urto un approccio veramente innovativo.

Con questa prima missione si acquisirà un'esperienza per il landing indispensabile per la seconda parte della missione, che porterà, con un altro lancio, nel 2018 un rover a 6 ruote molto perfezionato su Marte. Sarà dotato di funzioni robotiche molto avanzate, capace addirittura di camminare sul suolo, come una specie di ragno metallico, nel caso dovesse superare un ostacolo come un sasso di dimensioni eccessive. Porterà un vero e proprio laboratorio chimico a bordo, per l'analisi dei campioni di suolo marziano che il trapano, di concezione e costruzione italiani, preleverà dalla profondità record di 2 metri, lì dove i raggi cosmici non possono arrivare a interferire con la presenza di vita. Gli Usa, oggi su Marte con il loro rover Curiosity, non riescono ad andar oltre i 5 centimetri.

Exomars, missione in due fasi già tanto ambiziosa e complessa, negli ultimi 5-6 anni ha subito vari cambiamenti, se non proprio vere e proprie vicissitudini. Nasa, all'inizio partner del progetto, ne è improvvisamente uscita e questo ha imposto la necessità di trovare un nuovo partner finanziario e tecnologico. La Russia, con Roscomos dopo una serrata trattativa ha fortunatamente sostituto gli Usa nella missione, ma il cambiamento non è stato indolore. Non è infatti solo una questione di soldi ma anche di tecnologie che devono essere ristudiate per poter convivere: solo il cambio di razzo vettore, ora il potente Proton russo, ha comportato notevoli modificazioni.

La nostra Agenzia spaziale, Asi, è il maggior finanziatore di questa missione, fondamentale non solo per l'Europa ma per il progresso nella conoscenza e nelle tecnologie spaziali in generale. L'impegno di spesa è notevole, 370 milioni di euro ari al 33% del costo complessivo, ma i ritorni, industriali e scientifici, lo sono altrettanto. Abbiamo infatti l'impegnativa responsabilità complessiva della missione nelle sue due fasi, oltre a quella di singoli componenti, come il modulo di discesa che arriverà al suolo nell'ottobre 2016. Francia, Germania, Regno Unito e altri stati europei hanno posizioni importanti in varie fasi di questa missione che possiamo definire, con linguaggio spaziale, a due stadi.

Partirà fra il 14 e il 25 marzo dalla base spaziale russa di Baikonur, in Kazakistan, e per rispettare la stretta finestra di lancio da oggi in avanti si lavorerà sempre, anche nel giorno di Natale. Dall'alto della sua orbita il satellite principale studierà per anni il mistero della presenza di metano, molecola organica, che compare e scompare continuamente nell'atmosfera marziana. Il modulo Schiaparelli invece, dopo essere arrivato sano e salvo sul suolo marziano e aver raccolto dati nella sua discesa, per due intensissimi giorni raccoglierà ogni sorta di dato sul suolo e meteo marziani con uno strumento tricolore, Dreams, pieno di rivelatori. Finita l'energia disponibile, dopo 48 ore, resterà lì, a memoria della capacità italiana di svolgere un ruolo importante anche nello spazio.

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