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Dossier Cybersicurezza per pochi ma si innova con le start-up

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    Dossier | N. 221 articoliPiù start-up con il Sole

    Cybersicurezza per pochi ma si innova con le start-up

    I 150 milioni di euro che il Governo ha annunciato di mettere sulla cybersecurity nazionale andranno ai big del settore, a quanto risulta al Sole24Ore, anche se le startup hanno un ruolo cruciale per spingere l’innovazione. In questo ambito soprattutto. Alle startup italiane, quindi, per il momento, non resterà che gravitare intorno alle grandi aziende, per cogliere il nuovo flusso di finanziamenti, comunque di per sé limitato rispetto a quanto stanziato da altri Paesi. Il Regno Unito ha appena annunciato 2 miliardi di sterline per un piano di cyberintelligence.

    L’ecosistema italiano startup di sicurezza ha per altro alcune eccellenze degne di nota, come riflette Andrea Rigoni, esperto di cybersecurity per Nato e Onu: «C’è Inverse Path, startup di Trieste focalizzata sull’analisi e rafforzamento degli oggetti hardware dedicati alla sicurezza (smart card, chip, sistemi embedded) spesso utilizzati nel mercato bancario, dell’avionica o dell’automotive. Oppure Minded Security, eccellenza italiana in espansione focalizzata nella ricerca, analisi e supporto alla rimozione delle vulnerabilità applicative. È un riferimento mondiale per l’identificazione delle vulnerabilità delle piattaforme Adobe». Lo stesso Rigoni è fondatore di una startup di cyber consulenza, Intellium. L’elenco continua: Hacktive Security è un’azienda romana dedicata ai servizi professionali legati al mondo dell’ICT security: system integration, assessment tecnici, supporto a servizi forensi. Swascan è il brand di sicurezza online della startup milanese Business Competence ed è dedicato alla vendita on-line di servizi di scansione per reti, applicazioni web e codice sorgente. Offre i servizi su cloud. Possiamo considerare anche le startup fatte da italiani ma con sede all’estero. Sono interessanti esempi da citare in quanto occasioni perdute per il nostro ecosistema italiano, che non è riuscito a essere abbastanza attrattivo per queste realtà. È il caso di Nozomi (Svizzera) e Security Matters (Olanda): «fanno sonde per analizzare la sicurezza in ambienti Scada e sono due eccellenze a livello internazionale», dice Rigoni. «Una startup molto conosciuta nel campo cybersecurity è Lastline», aggiunge Bruno Crispo, docente all’università di Trento, esperto di cybersecurity. «È nata dall’Universita di Santa Barbara in California. Tra i fondatori ci sono italiani e molti italiani ci lavorano». Le startup sono fondamentali in un campo come la cybersecurity, perche questo è un campo molto dinamico», dice Crispo.

    L’importanza delle startup in questo campo è confermata dalla scelta di un big, Kaspersky, di aprire l’acceleratore Security Startup Challenge. «La tendenza è di incubare l’idea in Italia visto che ci sono moltissimi incubatori, ma poi cercare capitali fuori, perché l’Italia è un mercato minore, con infrastrutture spesso non all’altezza, con opportunita di finanziamento limitate», dice Crispo. «Per il decollo di startup su cybersecurity bisogna innanzi tutto che ci sia un vero mercato nazionale, con forti investimenti da parte del Governo. Cosa che oggi non c’è», conferma Rigoni. Ed è un po’ paradosso nel momento in cui «adesso il fine è contrastare rapidamente il terrorismo».

    startup@ilsole24ore.com

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