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Dossier Premio Marzotto, vince l’idea di Scent

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    Dossier | N. 221 articoliPiù start-up con il Sole

    Premio Marzotto, vince l’idea di Scent

    Quando nasce una startup, uno dei primi dilemmi è la scelta del nome. Nel caso di Scent, i fondatori sono partiti dalla tecnologia brevettata per trovare l’acronimo giusto: “SemiConductor-based Electronic Network for Tumors”. Così è nata Scent, startup creata da uno spin off dell’Università di Ferrara che porta la tecnologia sensoristica nel campo bio-medicale, con dispositivi per il prescreening tumorale.

    Ieri sera a Milano, Scent grazie al suo prototipo “A1” ha vinto la quinta edizione del Premio Gaetano Marzotto, nella sezione principale “Premio per l’Impresa”. Un premio importante anche dal punto di vista economico, poiché al team vincitore è stato consegnato un assegno di 300mila euro, oltre a un percorso con Fondazione Cuo del valore di 25mila euro.

    L’obiettivo di Scent, che già nel 2013 si era aggiudicata il UniFeCup dell’Università di Ferrara,è quello di creare e rendere disponibili sul mercato alcuni dispositivi in grado di rivelare l’insorgenza di formazioni tumorali sui pazienti attraverso l’esame delle variazioni chimiche che possono caratterizzare i gas emessi dal corpo umano. Un’innovazione rispetto ai test attualmente in uso, solitamente basati su un’analisi di tracce organiche prelevate dai pazienti (come l’esame del sangue o delle feci, per esempio). Il lavoro della startup ferrarese è concentrato principalmente sulle malattie oncologiche dell’apparato intestinale, e si basa sui gas volatili emessi dalle cellule tumorali. I fondatori partono da alcuni presupposti scientifici, come ad esempio quelli riguardanti il test di “ricerca del sangue occulto fecale” - attualmente adottato dal Sistema Sanitario Nazionale – che presenta falsi negativi intorno ad un 20% del totale, dunque molto elevati. La tecnologia basata sull’analisi dei gas ideata da Scent dovrebbe incidere fortemente sulla diminuzione della mortalità. Al momento per il prototipo “A1” si è nella fase dei test preliminari in collaborazione con i reparti di chirurgia, radiologia e gastroenterologia di alcune strutture ospedaliere partner. E l’obiettivo è quello di ottenere dati statistici per ottenere la certificazione medica dello strumento a livello europeo. Nella fase successiva saranno prodotti i sensori e il software.

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