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Dossier Obama: fissiamo il prezzo dell’anidride carbonica

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Dossier | N. (none) articoliIl mondo contro il climate change

Obama: fissiamo il prezzo dell’anidride carbonica

Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama (Afp)
Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama (Afp)

«Sono ottimista, ce la faremo». Prima di lasciare Parigi, il presidente americano Barack Obama ha approfittato di una conferenza stampa all’Ocse per lanciare un ultimo messaggio ai negoziatori dei 195 Paesi (più l’Unione Europea) della Cop21 che da ieri sono al lavoro per cercare di mettere a punto il testo finale dell’accordo sul clima.

La lotta al riscaldamento terrestre, ha detto Obama, «è ormai un imperativo economico e di sicurezza che non possiamo più rinviare, perché se la temperatura dovesse continuare a salire al ritmo attuale dovremmo destinare sempre più risorse finanziarie e militari per adattarci alle conseguenze».

«Certo – ha aggiunto – è difficile mettere d’accordo 200 nazioni. Su qualsiasi cosa. Ma nessuno si aspettava, anche solo due anni fa, che in vista dell’appuntamento di Parigi ben 180 Paesi presentassero dei piani con degli obiettivi concreti».

Il presidente americano è anche entrato nel merito delle principali questioni sul tappeto, a partire dalla spinosa questione delle caratteristiche vincolanti dell’intesa: «Dovranno essere vincolanti le procedure, in modo da assicurare la trasparenza dei risultati e le verifiche periodiche, per poter effettuare eventuali correzioni». L’importante – per gli Stati Uniti, secondo inquinatore al mondo con 16,6 tonnellate per abitante, ma anche per la Cina e molti altri – è che non siano invece soggetti a vincolo legale (per quanto questa espressione sia inevitabilmente vaga, non essendoci un’autorità sovranazionale in grado di imporre sanzioni) gli obiettivi veri e propri, che rimangono di esclusiva competenza nazionale.

Questa soluzione dovrebbe consentire a Obama di evitare lo scoglio di un Congresso a maggioranza repubblicana e “climatoscettica”. Come dimostra il voto contrario alle misure di riduzione delle emissioni già decise dal Governo. Un voto che non avrà alcun effetto perché il presidente ha già annunciato il veto, ma che la dice lunga su quello che potrebbe accadere in caso di sconfitta dei democratici tra un anno.

Obama si è inoltre soffermato sulla necessità di fissare un prezzo dell’anidride carbonica, una tariffa dell’inquinamento con relativo mercato: «Dobbiamo cercare un accordo che rappresenti un segnale, che dia alle aziende e agli investitori la certezza che l’economia mondiale ha imboccato la strada senza ritorno verso un futuro a basse emissioni. È un passo essenziale per stimolare investimenti che combinino riduzione dei gas a effetto serra e crescita economica».

Il presidente americano ha infine citato la situazione di emergenza di tante isole-Stato, che in caso di eccessivo riscaldamento sarebbero destinate a scomparire per l’innalzamento del livello degli oceani: «Una prospettiva che ci costringerebbe a gestire decine di milioni di rifugiati, soprattutto in Asia e nel Pacifico».

Alla Cop21, la giornata di ieri è stata invece caratterizzata dal vertice sull’Africa, dove oltre 700 milioni di persone (sette abitanti su dieci) non hanno ancora accesso all’elettricità. La Banca mondiale ha presentato un piano da 16 miliardi di dollari, entro il 2020, per finanziare alcuni interventi prioritari, dalla produzione di energia rinnovabile (in particolare il solare) alla difesa delle zone agricole. La Francia, ha annunciato il presidente francese François Hollande, parteciperà con un contributo di due miliardi, raddoppiando quello medio degli ultimi anni.

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