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Dossier Google raddoppia sulle rinnovabili e punta a diventare la prima a impatto zero

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Dossier | N. (none) articoliIl mondo contro il climate change

Google raddoppia sulle rinnovabili e punta a diventare la prima a impatto zero

  • –di G.Rus

A Mountain View l'hanno battezzata come il più grande acquisto di energie rinnovabili mai realizzato da un'azienda che non sia un'utility attiva nel settore. Il nuovo passo in avanti di Google nella direzione dell'eco-sostenibilità - il colosso californiano, ce lo ricorda una nota diffusa dalla compagnia, è già “carbon neutral” dal 2007 – sono una serie di nuovi progetti eolici e fotovoltaici che aggiungeranno ulteriori 842 megawatt alle risorse impegnate per alimentare i suoi data center sparsi per il mondo. Una quantità che forse dice poco ai profani della materia ma che rappresenta, di fatto, un salto di capacità doppio rispetto all'energia rinnovabile acquistata da Google fino ad oggi.

L'obiettivo dei due gigawatt, quantità che equivale a togliere quasi un milione di automobili dalla strada in termini di emissione nocive, è stato quindi raggiunto ma Google guarda avanti, perché il prossimo traguardo da conquistare è ancora più ambizioso. Ed è il seguente: triplicare gli acquisti di energia rinnovabile entro il 2025, così come prevede il “Business Act on Climate Pledge” firmato lo scorso luglio da diverse multinazionali americane con la Casa Bianca, ed alimentare il 100% delle proprie attività con energia pulita.

La nuova iniezione di rinnovabili, fa sapere ufficialmente Google, proviene da varie località e da tecnologie diverse, che comprendono per esempio un parco eolico attivo in Svezia e un impianto solare in esercizio in Cile. I contratti hanno una durata tra i 10 e i 20 anni e, confermano ancora da Mountain View, hanno la duplice missione di minimizzare l'impatto ambientale dei servizi di BigG e di impattare positivamente (quanto non è noto) sui costi energetici della società.

Rispetto alle altre grandi tech company del pianeta, tutte impegnate al pari di Google in azioni di vario genere per rendere “green” i propri data center (Apple in testa), la strategia del gigante americano è quella di puntare in modo molto deciso sulle rinnovabili. Del 2010 è il primo contratto di acquisto su larga scala in questo campo (con un parco eolico in Iowa). Via via sono stati effettuati una serie di acquisti di energia simili nel corso degli ultimi cinque anni fino ad arrivare agli accordi annunciati oggi, in cui spicca il primo progetto legato al fotovoltaico. Per completare il quadro ecco i 2,5 miliardi di dollari stanziati finora per finanziare 22 progetti di rinnovabili in tutto il globo.

Apple punta sui pannelli solari: ultima tappa Singapore
Non solo Europa (Irlanda e Danimarca), Cina e Stati Uniti, dove a Monterey si sta costruendo un enorme impianto solare su una superficie di 500 ettari di terreno (l'investimento è di 850 milioni di dollari) che fornirà energia al data center di Newark, a 52 Apple Store e ad altre strutture. La galassia dei progetti “green” della casa Cupertino toccherà presto anche Singapore, dove il primo negozio della Mela sarà completamente alimentato da energia pulita e rinnovabile prodotta da un impianto, che dovrebbe entrare in funzione a gennaio 2016, con una capacità a regime di 50 megawatt.

Nello specifico verranno installati pannelli solari sui tetti di oltre ottocento edifici che forniranno elettricità anche al nuovo campus Apple edificato nell'area, dove lavorano circa 2.500 persone. La società californiana diventerà così la prima realtà operante a Singapore con l'ausilio esclusivo di energia proveniente da fonti rinnovabili e destinerà una parte dell'energia prodotta (circa 17 megawatt) per soddisfare il fabbisogno di abitazioni ed edifici adiacenti.

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