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1/5 Le super start up del food/Just Eat

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    Fare milioni con il take away: cinque start up che ce l'hanno fatta

    1/5 Le super start up del food/Just Eat

    Si fa un po' fatica a chiamarla “start up”, dopo un'Ipo miliardaria e la trafila di acquisizioni che l'hanno spinta in vetta al mercato del take away online. Eppure, l'origine è quella: Just Eat, nata in Danimarca nel 2001 e trasferita a Londra dal 2006, è uno dei casi di maggior successo nella storia della cosiddetta food delivery. Cioè la consegna di cibo, il business che ne ha fatto la fortuna negli ultimi 14 anni: ordinazioni via Pc o smartphone, alle origini solo per pizza e oggi per un menù di pietanze che va dal burrito al sushi. L'utente guadagna in praticità, il ristorante può accedere a nuovi clienti e la piattaforma (che si occupa solo della mediazione, non della logistica) incassa una commissione per ogni servizio effettuato.
    Oggi Just Eat è attiva in 13 paesi al mondo, conta su un organico di 1.500 dipendenti e si è espansa “mangiando” le start up che hanno prodotto lo stesso servizio altrove. Il 2014 è stato l'anno della quotazione sul listino di Londra, con una valutazione di 2,44 miliardi di dollari che l'ha resa il debutto tech più interessante in quasi un decennio sulla piazza britannica. Ma i risultati operativi cosa dicono? Just Eat ha chiuso il 2014 con ricavi a 157 milioni di sterline e utili a 51,8 milioni. Quanto al giro d'affari indiretto, quello a favore dei 59mila ristoranti partner, la società ha dichiarato di aver generato un ritorno da 700 milioni di sterline nel primo semestre 2014.

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