
«Le startup sono laboratori che costruiscono soluzioni nuove e che interpretano al meglio una rivoluzione come quella dei Big Data». Lorenzo Verna, startupper 40enne, nel 2012 ha creato la sua Tikly (un gioco di parole che vorrebbe dire Tag Your Knowledge), ed è convinto che oggi la sua giovane azienda e il suo motore di ricerca semantico possano giocarsi la partita nel campo dei Big Data anche con i colossi stranieri. L'azienda torinese lavora esclusivamente sui dati. E non si è mai concentrata su un solo settore, ma più semplicemente su tutti. Proprio perché i dati, al livello più puro, non sono settoriali. «I dati – racconta Verna al Sole24ORE - sono la risorsa su cui noi vogliamo creare vantaggio competitivo, a prescindere dal settore. Abbiam sempre pensato che tutti i dati disponibili messi insieme – che siano dati aziendali, dati social, dati open, o altri dati non importa – possano generare un grado nuovo di comprensione e conoscenza applicabile in qualsiasi settore: dal profiling degli utenti ai miglioramenti dei processi produttivi, alle news. Il nostro è un software sottile che sa guardare dentro grandi moli di dati e costruisce dei percorsi di lettura al loro interno». La promessa di questa tecnologia è quella di poter fornire ad aziende o clienti un'interfaccia per scoprire ad esempio qual è il candidato migliore per un posto di lavoro, andando a sfogliare tra skill e competenze, fornendo un percorso che aiuti a individuare la persona giusta.
Proprio sul capitolo sanitario, però, Verna ha la sua storia da raccontare: «All'interno del nostro team c'è un medico di Harvard. E siamo da sempre convinti che l'applicazione dei Big Data alla Sanità possa avete un impatto enorme. Abbiamo realizzato già due progetti in questo senso, con buoni riscontri. Ma in Italia c'è un warning importante da sottolineare. Da noi la Sanità è pubblica amministrazione di livello regionale. E purtroppo la propensione all'investimento è scarsissima, l'innovazione non viene presa neanche in considerazione. Le procedure di gara sono iper-disciplinate da regole che avvantaggiano player già leader di mercato. Quindi ci troviamo davanti a uno scenario dalle due facce: spazi enormi, possibilità di penetrazione per le startup minime». Due anni fa Tikly ha vinto il premio «Prendi parte al cambiamento» di Ing Direct (in collaborazione con H-Farm e Nòva24), che prevedeva un assegno da 100 mila euro. E oggi Verna sta lavorando alla partnership con alcuni enti nazionali, su cui non si sbottona.
© Riproduzione riservata