“Dove giace il frutto soffocante che giunse dalla mano del peccatore io partorirò i semi dei morti per dividerli con i vemi che... Poi tutto fu inghiottito dalle tenebre. - Parole? Parole?- disse l'antropologa. Si, parole. - Di che cosa sono fatte?- chiese la topografa. Dovevano essere fatte di qualcosa? Il chiarore proiettato sulla frase che proseguiva tremolò e si scosse. Dove giace il frutto soffocante sprofondò tra luce e ombra, come se infuriasse una battaglia per il suo significato.”
E' un particolare e strano oggetto “Annientamento” (Einaudi, 2015), primo volume facente parte della Trilogia dell'Area X, di Jeff VanderMeer. Particolare, perché si pone ab initio con un piglio misterico che lo introduce verso una Fantascienza basata sull'inquietudine la quale avviluppa intelligentemente gli eventi. Strano, giacché costituisce un lavoro di difficile posizione di genere, e dunque per tale ragione il giusto attributo a esso afferente è: inquietante.
Il nucleo dentro il quale si fonde la trama è la cosiddetta Area X dove vengono spedite quattro donne, ognuna dalla professionalità differente (antropologa, topografa, psicologa, e biologa), all'interno della dodicesima missione organizzata dall'agenzia governativa Southern Reach, per studiarne la metafisica e aliena evoluzione ché quel luogo ha una sua propria dimensione creatrice e distorsiva delle fisica, una natura incontaminata, e tuttavia segretamente aggressiva.
Ogni personaggio porta appresso, dopo aver deciso di affrontare un ignoto futuro nel posto, gli accadimenti passati; e soprattutto nella biologa, con flash-back raccontati, risorgono essi delinando i ricordi circa il marito scomparso all'interno della undicesima missione. Oppure la psicologa, una sorta di regina nera dotata del potere ipnotico che manovra le tre donne per assecondare scopi apicali.
Ma oltre al plot, che apparirebbe limpido e che invece è complicato da una forzata filosofia legata al fenomeno del Soprannaturale, hanno una funzione kafkiana (per interpretazione creativa quest'aggettivo può con difficoltà inserirsi anche nel calderone fantastico della fantascienza), la torre e il faro e la medesima mappa dalla quale sfuggono i territori di là dal suo stesso confine.
“Perché quel tratto di costa? Che cosa poteva esserci all'interno del faro? Perché il campo si trovava nel cuore della foresta, lontano dal faro ma abbastanza vicino alla torre (che, ovviamente, non esisteva sulla mappa)? E il campo base, era sempre stato lì? Che cosa c'era al di là della mappa? Ora che conoscevo il grado di suggestione ipnotica...”
Lo scrittore però (ed è una nota positiva), fa percepire l'elemento dello Sconosciuto tramite una animazione misteriosa di alcune parole che vengono scorte dalla biologa nelle pareti della torre durante un'escursione ricognitiva. I verbi fluttuano, i verbi sono dunque di origine aliena. I verbi parlano. I verbi sono cronenberghiani come quelli del Pasto nudo di W. S. Burroughs. Questa loro esistenza inspiegabile rende infatti “Annientamento” un libro delicatamente ragionato.
Circa invece la lingua: essa è netta, veloce, a volte evocativa, tuttavia poco lavorata. Si intende allora come le attenzioni di VanderMeer si siano rivolte di più alla storia e meno ad uno studio individuale dello stile che era auspicabile data l'attrattività della trama.
“...Prima di incontrare di nuovo le parole scritte sulla parete... la torre stava respirando. La torre respirava, e le pareti, quando andai a toccarle, trasmettevano l'eco di un battito cardiaco... e non erano di pietra ma di tessuto vivente...[...]Stavamo scendendo all'interno di un organismo.”
“Annientamento”-Trilogia dell'Area X,
Libro primo,
di Jeff VanderMeer, Traduzione di Cristiana Mennella,
Einaudi (Supercoralli),2015.
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