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Dossier D-Orbit piace anche alla Nasa

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    Dossier | N. 221 articoliPiù start-up con il Sole

    D-Orbit piace anche alla Nasa

    Pulizie nello spazio. Frenare «l'aumento sistematico della concentrazione di oggetti che ruotano incontrollati» con un sistema che rimuove i satelliti a fine vita dallo slot orbitale. È l'intuizione che ha spianato la strada a D-Orbit, la start up per «un accesso pulito e sicuro nello spazio» che ha incassato il sostegno di colossi come la Nasa. Il progetto ha preso forma nel 2008, è stato lanciato come idea di business nel 2010 e ha visto i suoi natali ufficiali un anno dopo.

    La sua tecnologia di punta, D3, è una dispositivo di decommissioning (letteralmente: smantellamento) che può essere installato a bordo dei satelliti e consente manovre di smaltimento con riduzione in tempi e costi. Solo lo scorso settembre, la start up si è assicurata un investimento da 1,8 milioni di euro condotto dal network di business angel piemontesi del Club degli Investitori (1,3 milioni), il fondo di venture capital TTVenture e ComoVenture, attiva a fianco dell'omonimo Parco scientifico tecnologico ComoNext. Per farsi un'idea della sua risonanza, però, basta dare un occhio al palmarès di premi e riconoscimenti incassati fino ad oggi. Il nome di D-Orbit svettava già sul podio di StartCupToscana 2010 (secondo posto) prima di guadagnare il terzo posto al Talento delle idee (Unicredit-Talento delle idee) e raggiungere le finali di Mind the Bridge, Red Herring e Pioneers Startup Challenge.

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