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Su Facebook attenzione alla differenza tra critica «ironica» e…

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Su Facebook attenzione alla differenza tra critica «ironica» e diffamazione

Non commette il reato di diffamazione il cliente di un locale che lo recensisce su Facebook in maniera goliardica e grottesca, definendo i suoi servizi “scadenti” o i suoi drink alcolici quanto un collutorio. Attenzione però a mantenere la critica sul filo dell'ironia, l'aggressione verbale non scrimina il commento che leda effettivamente l'onore e il prestigio altrui. Lo ha stabilito il tribunale di Pistoia con la sentenza del 16 dicembre scorso nel procedimento n. 5665/2013.

Il fatto
Il fatto nasce da un gruppo aperto nel 2008 contro un noto locale della città toscana, creato su Facebook dall'imputato che aveva manifestato la propria insoddisfazione, definendo le sale da ballo “più ristrette di quelle di un allevamento intensivo di galletti”, fino a condividere la proposta di sostituirlo con un night club perché “se una serata deve andare a p…tanto vale che lo faccia nel pieno senso della parola”.

Le motivazioni
Il giudice salva la recensione scherzosa ed ironica perché espressione del diritto di critica, costituzionalmente garantito, che “quando si esercita nei confronti di un locale pubblico dilata i suoi confini perché chi si mette sul mercato accetta il rischio di critiche qualora i servizi offerti non soddisfino le aspettative di coloro che ne usufruiscono, tanto più quando tali servizi non sono gratuiti”.

Il valore probatorio delle pagine Facebook
La sentenza non si sofferma sulla questione, sollevata dalla difesa dell'imputato, del valore probatorio degli screenshot della pagina ritenuta diffamatoria. Il consulente di parte, però, ribadisce un principio importante nell'acquisizione della prova digitale, affermando che la semplice foto non garantisce la veridicità del contenuto che “potrebbe essere prodotto artificialmente tramite software per l'editing di immagini digitali o la manipolazione della sorgente HTML”. Una considerazione fondamentale da tenere a mente sin dalla fase della presentazione della querela.

La tutela
E' bene ricordare che chi si ritiene leso da una “critica” accesa su Facebook ha a propria disposizione anche la tutela civilistica per ottenere la rimozione del contenuto considerato diffamatorio. Il tribunale di Venezia con l'ordinanza dello scorso 24 febbraio ha intimato a una nota piattaforma di recensioni on line di rimuovere una critica considerata troppo aspra. Tutto dipende, però, dall'ironia – misurata o meno – dei commentatori.

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