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Dossier Chili non esclude l'approdo in Borsa

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    Dossier | N. 221 articoliPiù start-up con il Sole

    Chili non esclude l'approdo in Borsa

    • –di Mo.D.

    L'unica piattaforma indipendente europea per i video on demand parla italiano. Chili, piattaforma di videostreaming e download disponibile su tutti gli Smart TV, lettori Blu-Ray, PC, tablet e smartphone, è nata nel giugno 2012 come spin off del ramo d'azienda Over the top Tv di Fastweb grazie all'iniziativa di Stefano Parisi (attuale presidente), Giorgio Tacchia (ceo) e altri top manager. Partita dal mercato domestico, nell'ultimo anno la società ha schiacciato sull'acceleratore dell'internazionalizzazione aprendo in quattro nuovi mercati Gran Bretagna, Germania, Austria e Polonia, che rappresentano oltre il 60% del valore totale del mercato digitale europeo. Concorrenza a Netfix o Infinity? Nient'affatto. Chili non richiede sottoscrizioni e abbonamenti, si paga solo ciò che si vede.

    «Nel luglio 2014 abbiamo concluso un aumento di capitale al servizio dell'espansione in Europa. Siamo partiti da tre mila titoli distribuiti solo in Italia e oggi contiamo 20mila titoli in cinque paesi» racconta Stafano Parisi, aggiungendo: «il 2016 sarà l'anno di sviluppo di questi mercati con il consolidamento della nostra presenza. Potrebbe essere necessaria una nuova iniezione di capitale e a riguardo valutiamo anche l'opzione della quotazione in Borsa eventualmente per fine anno».

    A fine aprile 2014 il management di Chili e il fondo Antares guidato da Stefano Romiti avevano acquisito il 30% della società ncora in mano a Fastweb, mentre a luglio lo stesso fondo e il veicolo «Investinchili» hanno concluso un aumento di capitale di circa 8 milioni. Oggi l'azionariato vede i fondatori al 53% con il veicolo Brace, Antares al 26,5%, Investinchili (a cui partecipano Turri co fondatore di Clessidra, Trapani ex ceo Bulgari e ora executive vice president in Clessidra, Belloni managing director di Lvmh e Sposito fondatore di Clessidra) al 16,4%, il fondatore di Vudu Tony Mirans al 2% e Ferruccio Ferrara al 2,1%.

    «La società è partita con 100mila euro di fatturato, arrivato ora a fine 2015 a circa 7 milioni. L'Ebitda è ancora negativo ma contiamo di arrivare a breakeven a livello di cassa nel 2017» spiega Parisi, che ricorda come in azienda lavorino ora circa 70 dipendenti, metà dei quali sono ingegneri e sviluppatori, oltre a esperti dei contenuti. L'ultima novità in fatto di innovazione è stata la partnership annunciata nel settembre scorso con Samsung, che ha scelt Chili come piattaforma tecnologica per la distribuzione di contenuti in Ultra-high-definition (Uhd).

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