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Dossier Turismo, il futuro del settore si gioca sugli smartphone

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    Dossier | N. 221 articoliPiù start-up con il Sole

    Turismo, il futuro del settore si gioca sugli smartphone

    Si parte. Il mercato italiano delle start up del turismo inizia a prendere forma, sul confine tra i vari business che animano il settore: dalle guide digitali alle app per la prenotazione via smartphone di aerei e alberghi, dalle piattaforme B2B per hotel ai sistemi di turismo “esperienziale” che calibrano itinerari a seconda del gusto dei clienti. Sullo sfondo c'è una scena globale che macina investimenti di peso, come gli 80,69 milioni raccolti dalla piattaforma di prenotazione di camere HotelTonight o i 95,5 milioni di dollari della “guida personalizzata” GetYourGuide.

    Ma in Italia quanto vale, oggi, il fenomeno? Un'elaborazione dell'Osservatorio Startup Hi-tech del Politecnico di Milano per il Sole 24 Ore ha rilevato un totale di 17 imprese finanziate dal 2012 ad oggi, per una raccolta complessiva da 11.627.500 euro. Quanto alla composizione, gli ultimi dati dell'associazione Startup Turismo fotografano un mondo che si mantiene in bilico tra i servizi ad aziende e alla clientela: B2B e B2C puri occupano rispettivamente solo il 17% e il 19%, contro una maggioranza del 65% che preferisce inquadrarsi come mista tra le due categorie. Anche i volumi degli investimenti stanno aumentando, sia pure sulla spinta di alcuni exploit piuttosto che per una crescita omogenea.

    In un segmento dove il 35% delle start up non ha ricevuto più di 50mila euro, brillano ancora di più il record di 5,7 milioni raccolti dalla “guida evoluta” Musement e i round positivi chiusi da Waynaut (aggregatore di informazioni sui mezzi di trasporto, 1 milione di euro), Weekend-a-GoGo (distribuzione di “pacchetti” per il fine settimana, circa 970mila euro) e PanPan (un servizio per inoltrare domande a seconda della geolocalizzazione, 900mila euro). Se si guarda ai ricavi netti, sempre secondo Startup Turismo, lo scenario resta polarizzato tra una maggioranza di numeri modesti e una piccola quota di outsider. Nel 2015 si è registrato un 48% di imprese con ricavi uguali o inferiori a 10mila euro, un 27% nella fascia 10-50mila euro, un 4% nella fascia 50-100mila euro, un 15% sui 100-200mila euro e, infine, una quota del 4% per la fascia 200-500mila euro e del 2% sopra i 500mila euro. Tra le start up che hanno prodotto fatturato si contano ancora Musement, Beestay (distribuzione B2B di pacchetti di soggiorno per hotel) e Wanderio (sistema di prenotazioni complete con un'unica app).

    Evoluzioni per il futuro? Stefano Ceci, presidente uscente di Startup Turismo e cofondatore di TravelMesh, intravvede un «potenziale enorme» nel B2C. A partire dall'utilizzo dei Big Data, una miniera per analizzare le informazioni del web e potenziare la visibilità delle aziende: «Sicuramente c'è un tema enorme su tutto quello che riguarda i Big Data e la capacità di ricavare informazioni dal web, ad esempio dai social network – fa notare Ceci - Il problema è che, per ora, non c'è un sistema ricettivo sul fronte degli investimenti. Per promuovere innovazione e recuperare competitività abbiamo bisogno di un intervento importante». Ceci individua un altro «detonatore» nel mercato del mobile, non a caso presidiato da start up di successo come Musement: «I millennials, che saranno il nostro target di clientela sul futuro, prenotano e ragionano abitualmente con i propri smartphone: se qualcosa non funziona, passano alla concorrenza. La costruzione di nuovi modelli di business, alternativi a quelli già diffusi all'estero, nasce anche dal capire questo».

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