Tecnologia

Dossier Ecco Atooma: gli oggetti imparano le nostre abitudini

  • Abbonati
  • Accedi
    Dossier | N. 221 articoliPiù start-up con il Sole

    Ecco Atooma: gli oggetti imparano le nostre abitudini

    • –di B.Sim.

    Se fra le sfide più intrigati dell'Internet of Things c'è quella di far comunicare fra loro i diversi oggetti connessi, alcune startup stanno lavorando sodo proprio in questo campo. Fra queste c'è Atooma, azienda italiana fondata nel 2012 da Fabrizio Cialdea e Gioia Pistola che oggi ha tre sedi: Roma, Trento e San Francisco. La startup ha recentemente trionfato alla settima edizione del Programma EGO di Ericsson. Una vittoria ottenuta grazie alla piattaforma Resonance A.I, dedicata ai produttori di dispositivi IoT e agli sviluppatori di app, in grado di raccogliere informazioni da diverse fonti, apprendere da queste ultime il comportamento e le abitudini dell'utente e reagire di conseguenza, offrendo suggerimenti e azioni intelligenti su ogni dispositivo.

    «L'intento – ha spiegato Cialdea al Sole24Ore – è quello di mettere a disposizione di sviluppatori software in ambito IOT e più specificatamente operanti in campi come quello del Mobile, Home ed Automotive, un SDK (Software Development Toolkit) in grado di far “comunicare” immediatamente un qualsiasi device o app connessa assieme ad un elevato numero di altri dispositivi ed applicazioni. Grazie a questa capacità di mettere in comunicazione oggetti potenzialmente disconnessi tra di loro, Resonance mette quindi a disposizione dei developer strumenti per attuare un'analisi approfondita della grande quantità di dati ottenibili da tali dispositivi con l'obbiettivo di estrarre e delineare informazioni molto rilevanti sul “contesto” dell'utente, come abitudini, stili di vita, percorsi e attività ricorrenti». Ma il fine ultimo è un altro. Secondo quelli di Atooma, infatti, la conoscenza del contesto permette ad app e dispositivi di essere “context aware”, e cioè di «reagire in maniera dinamica rispetto ai comportamenti dell'utente». Il software offre «non solo strumenti di analisi ma anche di automazione della routine in modo da rappresentare una scelta tecnologica totalmente innovativa». In sostanza gli oggetti impareranno le nostre abitudini e grazie a questo interagiranno meglio con gli utenti.

    Ma da dove è partita l'idea di Resonance? Ce lo spiega ancora Cialdea: «Il settore dell'IoT soffre ancora di una forte frammentazione dovuta a limiti tecnologici ma anche di scelte di “go-to-market” che spesso non hanno premiato iniziative legate a questo settore. L'obiettivo è quindi «rendere l'esperienza dell'utente totalmente “seamless” e a portata di mano, potendo contare su un sofisticato motore di artificial intelligence».

    © Riproduzione riservata