Capita spesso che una startup italiana si consacri grazie a finanziamenti o acquisizioni che arrivano dall'estero. Succede perché l'approccio culturale all'innovazione, specie negli Stati Uniti, ha un olfatto molto più sensibile. Solo qualche settimana VisLab, startup parmense, è stata acquistata dagli americani di Ambarella. Un'operazione da 30 milioni di dollari che ha portato l'azienda nell'élite delle tecnologie per auto senza conducente. Un caso abbastanza simile riguarda Empatica, una delle startup dell'Internet of Things più conosciute in Italia. Tre ragazzi, l'idea di un braccialetto intelligente e tante porte chiuse in faccia. Poi la svolta al Mit di Boston.
I fondatori di Empatica sono ex compagni di università oggi poco più che trentenni. Matteo Lai, Simone Tognetti e Maurizio Garbarino, studenti al Politecnico di Milano. Durante gli studi si imbattono in materie che riguardano l'interazione tra l'uomo e il computer, e nel 2009 decidono di dedicarsi alla creazione di un software che fosse in grado di riconoscere gli stati emotivi delle persone nella vita quotidiana. La scelta di creare un braccialetto intelligente che potesse raccogliere i dati è stata la conseguenza più logica. Così è iniziata la sfida dei prototipi. Il primo si chiama E2, un braccialetto in grado di misurare il livello di stress di una persona attraverso l'analisi di dati: dal battito cardiaco alla conduttività della pelle, fino alla la temperatura corporea.
Un approccio più medico, invece, arriva coi modelli successivi: l'E3 e l'E4 e infine l'Embrance, il primo wearable di qualità medicale, progettato per salvare la vita a chi soffre di epilessia. Una sfida, che trova la giusta consacrazione negli Usa. I tre startupper partono per il Mit di Boston e i loro progetti entrano nelle grazie di Rosalins Picard, Doctor of Science del Massachusetts Institute of Technology, una delle scienziate più importanti al mondo nel campo dell'affective computing (l'interazione tra macchina e uomo). A Empatica viene proposta la collaborazione con la Physio, spinoff del MediaLab. Da qui l'apertura di due nuove sedi, a Boston e San Francisco, dove lavorano una quindicina di persone. E dopo la fusione con la società americana, la startup milanese ha ottenuto un round di investimento di 2 milioni di dollari. Il lavoro di Empatica è Internet of Things puro, applicato alla salute. L'obbiettivo di base è quello di migliorare la vita delle persone attraverso l'analisi sofisticata dei dati raccolti quotidianamente dai dispositivi connessi. I loro bracciali intelligenti vengono usati in ospedali e centri di ricerca, con particolari applicazioni per il controllo dell'epilessia e dell'autismo.
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