Il suo campo d'azione è quello del mobile health, e cioè dispositivi portatili che servono ad effettuare diagnostica medica (nel caso specifico test delle proteine nel sangue e di altri fluidi biologici come urina, sudore o saliva) per applicazioni di emergenza ed assistenza domiciliare. L'avventura di Dianax è partita nell'ottobre 2013 grazie all'intervento di sette business angel; a luglio 2015 altri due soggetti privati hanno deciso di investire parte del loro capitale nella startup e al loro fianco si è aggiunta anche RedSeed Ventures, società che opera come seed investor istituzionale.
A tutt'oggi il capitale raccolto è di 675mila euro, come conferma Eugenio Iannone, co-fondatore e Ceo di Diamax, che gioca le sue carte (dalla sede dell'incubatore Filarete di Milano) coniugando competenze che vanno dalla lifescience all'ingegneria passando naturalmente per il software. Il mercato potenziale in cui opera l'azienda è di tutto rispetto, si parla di circa 150 miliardi di euro, e per catturarne una fetta è in fase di sviluppo un prodotto, prossimo all'ingegnerizzazione e protetto da quattro brevetti già depositati, che sfrutta la tecnologia Mems (Micro-Electrical-Mechanical-Systems), e quindi minuscoli microprocessori con elevate capacità di elaborazione dati. Una sorta di “lab on chip” dalle dimensioni di una memory stick Usb insomma, ben più robusto ed affidabile nel tempo, a detta dei diretti interessati, delle soluzioni attualmente in commercio e con il non trascurabile vantaggio di costare pochi euro.
“Il piano operativo – dice ancora Iannone - prevede di raccogliere ulteriori sette milioni di euro in quattro tranche ripartite nell'arco dei prossimi 30 mesi per passare dall'attuale fase prototipale al momento in cui saremo pronti ad iniziare la produzione di massa e le vendite. L'obiettivo è di arrivare sul mercato fra circa 30 mesi”.
La particolarità di questa azienda è ben descritta da un'analogia del suo co-fondatore: “ci presentiamo come fornitore di componenti, con un ruolo simile a quello di Intel nell'informatica per capirci. I nostri clienti saranno quindi costruttori di apparati come, Medtronic Bayer, BioRad e altri”. Per il momento di accordi con queste realtà non ce ne sono ma sono in essere discussioni con molti degli attori di questo settore. Quanto ai bacini di sbocco della soluzione Dianax, ci sono pochi dubbi. “I nostri potenziali clienti – questa la visione di Iannone - operano ovunque, per questo il nostro business sarà necessariamente mondiale, anche se avremo verosimilmente relativamente pochi grandi clienti, come tutte le aziende che hanno il nostro modello di business”. (G.Rus)
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