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Dossier Innogest, Invitalia Ventures e Fondazione Cottino investono 1,5 milioni…

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    Dossier | N. 221 articoliPiù start-up con il Sole

    Innogest, Invitalia Ventures e Fondazione Cottino investono 1,5 milioni di euro in D-Eye

    È nata nel febbraio 2014 per volontà e intuito dell'oftalmologo Andrea Russo e oggi, grazie al contributo di Innogest, Invitalia Ventures e Fondazione Cottino e a quello dell'attuale azionista Si14 (polo ingegneristico di Padova) e del management, ha raccolto 1,5 milioni di euro da destinare ai futuri sviluppi della società. D-Eye è una startup, con base a Padova e attività commerciali e di business development localizzate negli Stati Uniti, che si è fatta notare nell'universo delle nuove imprese innovative per aver sviluppato un dispositivo ottico, coperto da brevetti e compatibile all'uso con i principali smartphone oggi disponibili, che permette di effettuare esami della retina sfruttando la telecamera e il sistema di illuminazione di cui ogni dispositivo mobile è dotato.

    Perché questa iniezione di liquidità così importante per una realtà che opera in un segmento medico e sanitario così specifico? «Il mercato a cui si rivolge questa soluzione - spiega al Sole24ore Claudio Rumazza, partner di Innogest – non è di nicchia, perché si propone come un complemento di tutti gli altri strumenti già presenti negli studi oftalmologici e la sua natura flessibile ne garantisce applicazioni anche in altri contesti». Le potenzialità di fare business a cui guarda D-Eye si traducono infatti nell'obiettivo (sicuramente ambizioso) di diventare un punto di riferimento nel campo delle patologie oftalmologiche, a cominciare dalla maculopatia degenerativa, una delle malattie croniche della retina, il cui trattamento costa su scala globale oltre sei miliardi di dollari l'anno e che in Italia vale fra i 400 e i 500 milioni di euro.

    La sfida da vincere nell'immediato, continua Rumazza, «è quella di integrare i servizi mobili di D-Eye nelle attività di routine di tutti gli attori coinvolti: pazienti, medici, personale sanitario, optometristi, società farmaceutiche e anche assicurazioni ed organismi di rimborso pubblico. Il secondo step è quello di far diventare la soluzione una piattaforma di screening e monitoraggio da remoto utilizzabile anche in altri campi della medicina, da quello dermatologico a quello otorinolaringoiatrico». La tecnologia di D-Eye, in tal senso, rende già oggi possibile il tracciamento e la condivisione di immagini generate con lo smartphone tramite un app (già acquistata e testata da oltre mille medici in tutto il mondo) e un sistema cloud che abilitano l'accesso e l'analisi dei dati raccolti in un database dedicato. Nei prossimi anni, come conferma Rumazza, sono previsti nuovi round di finanziamento.

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