
Sono giorni neri per Twitter. E il blackout che qualche giorno fa ha messo offline il sito per qualche ora sembra veramente l'ultimo dei problemi. Nelle ultime ore, infatti, quattro top manager hanno abbandonato l'azienda, scatenando commenti e ulteriori paure per gli investitori. Tanto che il Ceo, Jack Dorsey, è dovuto scendere in campo in prima persona per provare a chetare le acque. A lasciare l'azienda con sede Market Street (San Francisco) sono stati quattro membri dei nove appartenenti al team esecutivo: Brian Schipper, capo delle risorse umane; Kevin Weil, responsabile di sviluppo e progettazione; Alex Roetter, responsabile dell'engineering; Katie Jacobs Stanton, responsabile dei rapporti con i media. Un quartetto al quale si è aggiunto anche Sason Toff, uno dei manager che stanno dietro a Vine (la piattaforma video di Twitter) che ha annunciato proprio attraverso il social il suo passaggio a Google.
Dorsey è intervenuto con una lunga nota per chiarire che i quattro non sono stati licenziati, come in avevano scritto in principio alcuni media americani, ma sono andati via per loro scelta. Il Ceo ha poi annunciato che a ricoprire i ruoli scoperti saranno adesso il Coo di Twitter, Adam Bain, e il Cto Adam Messinger.
Il quadro rimane comunque emblematico. Twitter sta attraversando un periodo difficile. Probabilmente il più difficile da quando, il 21 marzo 2006, alle 21:50 italiane Jack Dorsey twittò: «just setting up my twttr» (sto sistemando il mio Twitter). Negli ultimi mesi il social network ha fatto notizia per i cambi ai vertici societari, per il licenziamento dell'8% dei suoi dipendenti e per l'idea di abbandonare il limite dei 140 caratteri innalzando lo stesso a diecimila. Ora la notizia che 4 top manager si sono praticamente dimessi. E questo 2016, che per Dorsey doveva essere l'anno della svolta, è iniziato nel peggiore dei modi.
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