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Nel mondo il ruolo del Cio cresce di peso ma non in Italia

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Cio Executive Meeting a rierc

Nel mondo il ruolo del Cio cresce di peso ma non in Italia

Il nuovo nemico pubblico lo hanno ribattezzato “uberizzazione”. Da Uber, la startup che ha sconvolto il settore della mobilità. Oggi “uberizzare” significa assistere allo sconvolgimento di un settore causato da un concorrente imprevisto. Un problema diventato dominante per i vertici aziendali, come sostiene un nuovo studio IBM secondo il quale in soli due anni, la percentuale dei top manager che prevedono di dover affrontare un competitor proveniente dall'esterno del loro settore è aumentata di più di un quarto - passando dal 43 percento del 2013 al 54 percento attuale.
Proprio di questo si parlerà oggi al Sole24Ore, durante il Cio Executive Meeting organizzato da Ibm e Kpmg. La ricerca di Ibm, intitolata “Redefining Boundaries: Insights from the Global C-suite Study”, si basa su interviste raccolte da più di cinquemila CxO (CEO, CMO, CFO, CIO e altri dirigenti di vertice) provenienti da oltre 70 paesi e 21 settori industriali.
Il report rivela che attualmente i Cio prevedono che la convergenza industriale sarà la forza principale che influirà sulle loro attività nei prossimi tre-cinque anni e che le imprese con le migliori prestazioni daranno maggiore priorità al cognitive computing rispetto alle imprese con minore successo (definite market-follower).
Quello che emerge dalla ricerca è proprio un sentimento collettivo di uberizzazione. Fino a qualche anno fa il rischio maggiore per le attività di business solitamente era costituito da un nuovo concorrente con un'offerta migliore oppure più economica. E questo rendeva relativamente facile modificare le strategie di un'impresa per difendersi. Oggi, invece, gli operatori storici sono minacciati da nuovi concorrenti con business model completamente diversi, e da attori più piccoli e più agili che non sono gravati dal peso di una vecchia infrastruttura. Concorrenti che all'apparenza non hanno nulla in comune e che invece diventano minacce spietate.

La ricerca è stata realizzata su un campione di circa 4 mila technology leaders nel mondo tra cui circa 50 Cio di aziende italiane. In generale emerge la consapevolezza che la digital innovation sta determinando rapidamente il cambiamento dei modelli di business. I manager dell'IT stanno cercando di allinearsi al cambiamento fornendo nuove piattaforme infrastrutturali e applicative. Di fronte a questa consapevolezza diffusa emerge l'atteggiamento dei Cio italiani: solo il 10% degli intervistati crede di essere toccato “qui ed ora” dalla pervasività dell'economia digitale. Se i CIO italiani sono consapevoli della necessità di riconfigurare il loro ruolo e di posizionarsi su un livello più strategico (lo pensa il 78% degli intervistati), la maggioranza di loro sembra meno propensa ad aprirsi all'inserimento nel loro team di figure manageriali innovative come il Chief Digital Officer, denotando in questa ottica un atteggiamento piuttosto conservativo.

Secondo Kpmg, che ha realizzato una ricerca denominata “Into an age of disruption”, la digital innovation sta determinando rapidamente il cambiamento dei modelli di business. I manager dell'IT stanno cercando di allinearsi al cambiamento fornendo nuove piattaforme infrastrutturali e applicative. Ma davanti a questa nuova consapevolezza, emerge l'atteggiamento dei CIO italiani. Lo studio di Kpmg rivela che solo il 10% degli intervistati crede di essere toccato “qui ed ora” dalla pervasività dell'economia digitale. Se i CIO italiani sono consapevoli della necessità di riconfigurare il loro ruolo e di posizionarsi su un livello più strategico (la pensa così il 78% degli intervistati), la maggioranza di loro sembra meno propensa ad aprirsi all'inserimento nel loro team di figure manageriali innovative come il Chief Digital Officer. Un fattore che denota un atteggiamento piuttosto conservativo.

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