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Dossier Germania, la Babele delle lingue è una app e si chiama Babbel

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    Dossier | N. 221 articoliPiù start-up con il Sole

    Germania, la Babele delle lingue è una app e si chiama Babbel

    Oggi che la “app economy” si è consacrata in modo definitivo, a sbirciare fra le app che consentono di imparare una nuova lingua si rischia di finire in un mare interminabile. Nove anni fa, però, lo scenario era totalmente diverso. A Berlino, nel 2007, nasceva Babbel. Una startup un po' atipica, considerato che i tre fondatori non erano proprio tre ragazzotti alla prima esperienza. Markus Witte, Thomas Holl e Lorenz Heine erano convinti che imparare una lingua, grazie a Internet e all'esplosione della tecnologia mobile, sarebbe stato decisamente più semplice. Una convinzione dalla quale nacque Babbel.

    A nove anni di distanza, Babbel è una piattaforma per l'apprendimento delle lingue che consente di studiare 14 idiomi diversi (tra cui spagnolo, francese, inglese, tedesco, italiano, russo e danese). È compatibile con diversi device e sistemi operativi. In formato app è disponibile sugli store di Apple, Android e Windows Phone. E poi c'è la versione consultabile semplicemente via browser. È presente in 190 paesi e può contare su oltre 20 milioni di utenti registrati in tutto il mondo. Il tasso di crescita è notevole, secondo i dati diffusi dalla stessa Babbel: sono 120mila al giorno i nuovi download dell'applicazione.
    Il servizio non è gratuito, e i costi variano in base alla durata dell'abbonamento sottoscritto.

    A luglio scorso, l'azienda - che intanto ha aperto una sede a New York per crescere nel mercato statunitense - ha chiuso un round di finanziamento da 22 milioni di dollari. Un round guidato dal nuovo investitore Scottish Equity Partners, che si è così affiancato ai precedenti investitori Reed Elsevier Ventures, Nokia Growth Partners e VC Fonds Technologie Berlin.

    Fra la sede berlinese e quella newyorkese, Babbel conta circa 350 dipendenti provenienti da 28 Paesi differenti. Dal 2011, il bilancio di questa startup di successo, si chiude in modo positivo. E il vero grimaldello continua a essere la tecnologia. Perché l'intento iniziale dei tre fondatori è rimasto uguale ancora oggi: seguire l'innovazione. Il percorso di ogni utente, i suoi progressi, vengono salvati nella cloud così da essere disponibili sempre e dovunque. E qualche mese fa da Berlino hanno rilasciato l'app compatibile con l'Apple Watch. Una app molto intelligente. L'orologio made in Cupertino rileva la posizione dell'utente fornendo a quest'ultimo la possibilità di imparare i vocaboli relativi al contesto che lo circonda. Così, entrando in una pizzeria o in un supermercato, sul polso arrivano suggerimenti sui vocaboli che possono essere utili. (B.Sim.)

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