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Dossier Zego rilancia la corsa condivisa

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    Dossier | N. 221 articoliPiù start-up con il Sole

    Zego rilancia la corsa condivisa

    Una startup autofinanziata dai tre fondatori: Davide Ghezzi (Ceo), Luigi Pincelli e Sabrina Vinella. Con un investimento da 100 mila euro ha preso corpo l'idea alla base di Letzgo, oggi Zego. La startup del carpooling urbano istantaneo è cresciuta un po' alle spalle di Uber. Mentre il colosso californiano trovava difficoltà legislative, Zego si sviluppava. E proprio mentre i giudici bloccavano Uber, la comunicazione dell'allora Letzgo diventava più aggressiva.

    Il concetto da far passare era: hanno bloccato UberPop, noi invece ci siamo. Nelle 72 ore successive al blocco dell'applicazione made in San Francisco, Letzgo conosceva una forte impennata nelle iscrizioni. Oggi il servizio offerto da Zego è presente in quattro città: Milano, Torino, Genova e Padova. I numeri attuali parlano di 20mila utenti registrati e 2mila driver. Come funziona? Quello di Zego è un modello molto simile a tutti i più comuni servizi di carpooling. Anche in questo caso il funzionamento è basato su un'app. Gli utenti devono essere registrati alla piattaforma e devono fornire numero di telefono e numero di carta di credito (unico strumento insieme a PayPal per il pagamento delle somme pattuite). Una volta inserita la destinazione, l'utente aspetta che un driver accetti la “prenotazione”. L'applicazione traccia il percorso e chi ne fa uso può pubblicare la propria posizione sulle reti sociali.

    La cosa abbastanza interessante è che gli utenti contrattano e stabiliscono tra di loro il prezzo per il servizio. Secondo i dati diffusi dalla startup milanese, nell'ultimo bimestre i passaggi terminati sono cresciuti a un ritmo del 150%. Con circa 10 richieste medie per utente registrato al mese. Per quanto i numeri non siano ancora da colosso, Zego parte con lo spirito di vera sfida ai Taxi. Se non altro perché, a differenza di Uber, il servizio offerto dalla startup italiana è legale. Il motivo è molto semplice. Gli utenti che cercano un passaggio su Zego devono inserire la loro destinazione e, come già scritto, un driver deciderà se prendere la corsa oppure no. Con Uber, invece, la destinazione non è preventiva, come per i Taxi. E questo vìola la direttiva europea sul trasporto collettivo. Zego, invece, lavora sul modello di BlaBlaCar, con destinazione pattuita in anticipo. Altra grande differenza è quella dei rimborso spese al driver. In questo caso è indicativo e non obbligatorio. Con UberPop, invece, la tariffa varia in base a tempo e chilometraggio, e dalla base di San Francisco trattengono il 20% da ogni corsa.
    B.Sim

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