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Google, Alpha Go e la Borsa

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analisi

Google, Alpha Go e la Borsa

Go è un gioco di strategia cinese che ha 2500 anni. È una sorta di Dama: si gioca su una schacchiera di 19x19 caselle chiamata Goban. L’obiettivo è catturare le pietra avversarie circondandole fino rendere nulle le possibilità di espansione del dirimpettaio. Alpha Go, invece, è un programma sviluppato da DeepMind, la misteriosissima e costosissima startup acquistata da Google nel 2014. Il software dell’azienda specializzata in deep learning (una particolare branca dell'intelligenza artificiale) ha però battuto cinque volte di seguito Fan Hiu, il campione europeo di Go.

Una premessa: i computer che battono gli uomini non sono una novità. Il pallino l’ha sempre avuto Ibm che, prima con Deep Blue e poi con Watson, ha stracciato i campioni umani di scacchi e di quiz di cultura generale (Jeopardy!). A divertirsi nella gara uomo-macchina si è quindi inserita Google e ha scelto un terreno particolarmente complesso. In Go le combinazioni di mosse possibili sono 4,63 x 10 (alla 17) e a differenza di altri giochi non basta calcolare le mosse o a catalogare quelle già esistenti. Serve imparare dai propri errori, servono insomma qualità umane.

DeepMind ha adottato un algoritmo d'assimilazione generico basato però su due reti neurali, cioè due sistemi informatici ispirati ai meccanismi di funzionamento della mente umana. Una ha il compito di predire la mossa successiva dell'avversario, l’altra studia la posizione delle pedine e simula l’esito della partita. Le due reti si parlano. Secondo lo studio pubblicato su Nature questo sistema di intelligenza artificiale ha margini di miglioramento perché impara dagli errori per migliorare la strategia di gioco.

La ambizioni di DeepMind e quindi di Google non sono quelle di diventare campione mondiale di Go. Mountain View settimana scorsa dopo l’annuncio della propria trimestrale è diventata attraverso Alphabet l’azienda con la più alta capitalizzazione del mondo (oltre 530 miliardi di dollari).

Accanto ai risultati finanziari di breve termine (che non di discutono) quello che Google ha in più è la capacità di aggredire il futuro. Di porsi, anche nella comunicazione e nel marketing, sulla frontiera dell’innovazione. Come la Apple degli Novanta. Ma più grande.

Analisi uscita su Nova24 del 7 febbraio

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