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Dossier Boom di operazioni nell'intelligenza artificiale

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    Dossier | N. 221 articoliPiù start-up con il Sole

    Boom di operazioni nell'intelligenza artificiale

    Fare soldi con l'intelligenza artificiale è la grande scommessa di quest'anno. Lo confermano il flusso di investimenti dei giganti come Google, Microsoft e Apple che proprio su questo terreno si sono detti disposti a collaborare. Lo affermano anche i maggiori centri di ricerca che hanno individuato nei prossimi mesi la messa a terra di innovazioni sia sul fronte del linguaggio e quindi degli strumenti che delle applicazioni.

    Quello che non è ancora chiaro a nessuno è in che tempi gli investimenti nella comprensione dei dati e nell'automazione dei processi si tradurranno in business. L'indicatore più attendibile di questo limbo finanziario è proprio il mercato delle startup che dal 2010 a oggi ha raccolto 967 milioni di dollari. Seicento solo negli ultimi due anni con un numero di operazioni raddoppiate nell'ultimo anno.

    Data Collective, Bloomberg Beta e Khosla Ventures sono i venture capital più attivi sul mercato interanzionale. Secondo il database di CB Insights le aree che finora hanno attirato l'attenzione dei venture capital sono proprio l'elaborazione e il riconoscimento dell'immagine,l'integrazione del linguaggio naturale nelle piattaforme esistenti, l'ottimizzazione degli algoritmi di machine learning e deep learning per estrarre conoscenza e previsioni dai Big data (grandi o piccoli) a cui le aziende possono accedere.

    Ma in questo campo i progetti più interessanti sono quelli di cui si sa poco. Anzi, pochissimo. Le aziende dell'intelligenza da quando sono portatrici di una strana aura di mistero. Anche perché le startup più interessanti spesso sono quelle che danno pochi numeri e promettono di creare mercati che prima non esistevano. Merito dei tool di intelligenza artificiale che oltre a estrarre valore dai dati sono in grado di rendere davvero autonomi processi e saperi aziendali. Non a casa è iniziato uno shopping di questa software house super-specializzate.

    La prima ad aprire le danze è stata Google che dopo gli investimenti nel campo della robotica ha rilevato DeepMind, startup britannica specializzata nel Deep learning e quindi negli algoritmi in grado di apprendere. Fondata da un ex bambino prodigio nel gioco degli scacchi ha elaborato un algoritmo d'assimilazione generico basato però su due reti neurale che ha battuto per cinque volte un campione europeo di strategia cinese gioco cinese antico di 2500 anni. La notizia fatto schizzare in alto le quotazioni di Google. A gennaio è stato il turno di Apple ch ha acquisito Emotient specializzata nel rilevamento delle emozioni e nell'analisi dello stato d'animo. In pratica i servizi promettono in modo automatizzato di capire se unprodotto o un servizio piace o non piace in base alle espressioni di un viso. L'ultima operazione di rilievo in termini di tempo è quella di Microsoft che ha rilevato SwiftKey: un software interamente basato sul machine learning per far apprendere alla tastiera i comportamenti dell'utente. Avrebbe speso 250 milioni di dollari.

    E in Italia? Per trovare autentiche startup che sanno maneggiare l'intelligenza artificiale bisogna usare il lanternino. Sono pochi, anzi pochissimo. E ben cammuffate. Proprio per questo saranno le più contendibili.

    startup@ilsole24ore.com

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