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Dossier È rischio bolla per i Big dell'Ia

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    Dossier | N. 221 articoliPiù start-up con il Sole

    È rischio bolla per i Big dell'Ia

    Meno si sa, più si promette e meglio è. Le startup dell'intelligenza artificiale sono finalmente alla prova dei fatti. Questo è il loro anno ed è quindi tempo di mantenere le promesse. Entro i prossimi tre anni, la stima è di Gartner, quattro aziende su dieci avranno una forza lavoro caratterizzata da una maggioranza di istanze informatiche intelligenti, il 20% dei contenuti analitici non saranno scritti da umani ma da robot e il 5% di tutte le transazioni economiche (non borsistiche) avranno come protagonisti software autonomi.L'Ia è attesa cambiare il mondo dei data center già da oggi.

    Ma a non è di attese che vivono le aziende. E infatti in questi anni le piccole dell'Ia quando non sono state acquistate sono state fortemente omaggiate da media ed esperti del settore. Una delle più interessanti si chiama Palantir . Il loro core business è la visualizzazione ed estrazione di valore dai Big dati. Sono noti ai più però per essere legati in qualche modo alla Cia e per avere una valutazione intorno ai 20 miliardi di dollari. La cifra sarebbe raddoppiata rispetto a due anni fa. E come sostiene il Financial Times sarebbe l'unica azienda ad ambire ai 50 miliardi di valutazione di Uber. Di certo però sappiamo che avrebbe raccolto 2,4 miliardi in 15 round di investimenti da 12 investitori.

    Una seconda azienda di cui si parla moltissimo - sopratutto negli ultimi giorni - è DeepMind. Acquisita nel 2004 da Google per, si dice, non meno di 500 milioni di dollari, è specializzata in deep learning (una particolare branca dell'intelligenza artificiale. Il suo programma AlphaGo ha battuto cinque volte di seguito Fan Hiu, il campione europeo di Go, un gioco di strategia cinese di 2500 anni. La difficoltà rispetto a scacchi e quiz è che in Go le combinazioni di mosse possibili sono 4,63 x 10 (alla 17) e a differenza di altri giochi non basta calcolare le mosse o a catalogare quelle già esistenti. Serve imparare dai propri errori, servono insomma qualità umane. Le ambizioni di DeepMind e quindi di Google non sono quelle di diventare campioni mondiali di Go. Ma non ci vuole una sofisticata intelligenza artificiale per intuire che dietro l'altissima capitalizzazione di Alphabet (oltre 530 miliardi di dollari) ci sono aziende come DeepMind. (L.Tre.)

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